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Nettuno, le spiagge libere ancora senza servizio di salvamento nonostante il contributo regionale. Il Comune: “cifra esigua”

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L’esile filo di speranza si è spezzato questa mattina con il ritrovamento del corpo del diciassettenne egiziano annegato domenica scorsa davanti alla spiaggia libera dietro al Santuario. La tragedia si è consumata su un tratto di arenile libero che, come molti altri del litorale di Nettuno, è senza servizio di vigilanza e salvamento. Una grave mancanza nonostante la Regione Lazio abbia stanziato 80 mila euro a favore del Comune finalizzati proprio alla messa in sicurezza dell’accesso alle spiagge libere, alla loro pulizia e, soprattutto, a garantire un’attività di vigilanza per la sicurezza della balneazione. Al momento, come ha detto il vicesindaco Claudio Dell’Uomo nell’ultimo consiglio comunale, “la cifra inviata dalla Regione è esigua e gli uffici stanno ragionando su come impegnarla al meglio”. E mentre si ragiona, i numerosi tratti di spiaggia libera della costa nettunese sono senza servizio di vigilanza e salvamento. Il Comune per ora si è limitato ad appore i cartelli con il divieto di balneazione lavandosi la coscienza e cautelandosi.

Sul contributo regionale occorre una veloce cronistoria: la Regione Lazio ha erogato il finanziamento di 80 mila euro il 22 aprile, mentre la Giunta comunale lo ha recepito il 13 maggio, quasi un mese dopo, dando poi mandato all’Ufficio demanio ad attivare tutti gli atti per utilizzare le risorse. Da allora ad oggi nessun atto è stato adottato nonostante la stagione sia già scattata considerato il caldo estivo che ha caratterizzato la seconda parte di maggio attirando sulle spiagge, anche quelle libere, centinaia e centinaia di bagnanti. Lo scorso anno il Comune aveva stipulato quindici convenzioni per la gestione delle spiagge libere con privati ed associazioni che, in cambio della possibilità di affittare sdraio, lettini e ombrelloni, svolgevano anche servizio di vigilanza e salvamento. Quest’anno gli arenili liberi non saranno dati in gestione. Alcuni privati che avevano stipulato la convenzione, hanno sollecitato il Comune ad un confronto ribadendo la disponibilità a svolgere il servizio, ma non c’è stata risposta.

Le spiagge libere sono dunque nella totale fruizione dei bagnanti, ma prive del servizio di salvamento. “Il tempo stringe e c’è il rischio che gli ottantamila euro tornino alla Regione nel caso non vengano impegnati per la finalità alla quale sono destinati”, spiega preoccupato il capogruppo del Pd Roberto Alicandri. “E’ da febbraio – continua – che chiediamo all’amministrazione comunale di procedere all’affidamento di un servizio di salvamento sulle spiagge libere della città, ma non ci hanno ascoltato. E come se non bastasse nella delibera di Giunta che demanda al dirigente gli atti per attivare il servizio, non c’è alcuna indicazione circa la volontà dell’amministrazione su cosa vuole fare sulle spiagge libere. E se gli 80 mila euro non sono sufficienti ad organizzare il servizio li si integri impegnando fondi sul bilancio comunale. Non si perda altro tempo”.