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Dopo 20 mesi, l’Unione Europea approva la legge sul ripristino della natura

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Questa settimana si è svolta la Plenaria presso la sede del Parlamento europeo di Strasburgo, in Francia, durante la quale sono state approvate diverse leggi che influenzeranno il futuro dell’Europa, quali: i nuovi finanziamenti, pari a 50 miliardi di euro, per sostenere l’Ucraina nella guerra contro la Russia, sostenendo inoltre l’opposizione democratica di Mosca dopo aver ascoltato il discorso della moglie di Alexei Navalny, l’oppositore di Putin morto in carcere; nuove norme che tutelano i giornalisti e gli attivisti da azioni legali e vessatorie volte a metterli a tacere e l’approvazione di un quadro d’identità digitale, che dovrebbe consentire ai cittadini di accedere più facilmente ai servizi elettronici. Ma la legge più importante che è stata approvata, e che ha visto anche alcuni deputati abbracciarsi alla conferma del risultato, è stata la “Nature Restoration Law“, la cosiddetta legge sul ripristino della natura negli Stati membri dell’Ue.

La normativa europea prevede che, entro il 2030, i Paesi della comunità europea saranno obbligati a ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat contemplati dalla nuova legge (che vanno da foreste, praterie e zone umide a fiumi, laghi e coralli). Questa percentuale, nel corso degli anni, è destinata a salire, visto che poi verranno curati il 60% degli habitat entro il 2040 e il 90% entro, invece, il 2050. Gli Stati, in questo modo, dovranno garantire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo.

Oggi è un grande giorno per l’Europa, perché passiamo dalla protezione e dalla conservazione della natura al suo ripristino – ha dichiarato dopo la votazione il relatore Césera LuenaLa nuova legge ci aiuterà anche a rispettare molti dei nostri impegni internazionali in materia di ambiente. Inoltre, ripristinerà gli ecosistemi degradati senza compromettere il settore agricolo, lasciando agli Stati membri una grande flessibilità. Vorrei ringraziare i ricercatori per averci fornito le evidenze scientifiche e per il loro impegno nel combattere il negazionismo climatico. E vorrei ringraziare anche i giovani – ha concluso – per averci ricordato che non abbiamo né un pianeta B e né un piano B.

La normativa è stata approvata con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astensioni ed stata il frutto di un lungo lavoro, visto che ci sono voluti quasi due anni – esattamente 20 mesi da quando nel 22 giugno del 2022 era stato sottolineato come l’80% degli habitat europei fosse in cattivo stato – prima che venisse approvata. Durante questo lungo periodo, infatti, diversi partiti hanno tentato di opporsi al testo, perché secondo loro non solo la legge sarebbe andata contro gli interessi economici dei singoli Stati, ma la loro opposizione veniva vista come un andare incontro alle recenti richieste degli agricoltori, preoccupati di dover affrontare costi insostenibili. A tal proposito, infatti, c’è una piccola “clausola”, che prevede un freno di emergenza se gli obiettivi relativi agli ecosistemi agricoli ridurranno la superficie coltivata al punto da compromettere la produzione alimentare e renderla inadeguata ai consumi dell’Unione.

Per il resto i membri, per migliorare le biodiversità negli ecosistemi agricoli, dovranno registrare progressi in due di questi tre indicatori: indice delle farfalle comuni, percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità e stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati. Dovranno anche adottare misure per migliorare l’indice dell’avifauna comune, dato che gli uccelli sono un buon indicatore dello stato di salute generale della biodiversità.

Poiché le torbiere sono una delle soluzioni più economiche per ridurre le emissioni nel settore agricolo, i paesi dell’Ue dovranno ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030 (almeno un quarto dovrà essere riumidificato), il 40% entro il 2040 e il 50% entro il 2050 (con almeno un terzo riumidificato). La riumidificazione, inoltre continuerà a essere volontaria per agricoltori e proprietari terrieri privati.

La legge, inoltre, impone anche di registrare una tendenza positiva in diversi indicatori che riguardano gli ecosistemi forestali e di piantare tre miliardi di nuovi alberi. Gli Stati membri dovranno, quindi, ripristinare almeno 25.000 km di fiumi, trasformandoli in fiumi a scorrimento libero, e garantire che non vi sia alcuna perdita netta né della superficie nazionale totale degli spazi verdi urbana e né di copertura arborea urbana.

Adesso bisognerà aspettare soltanto l’approvazione del Consiglio, dopo la quale la legge sul ripristino della natura verrà inserita nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore dopo 20 giorni.