Duro attacco della capogruppo del Partito democratico di Anzio, Lina Giannino che rimarca le gravi assenze manifestate all’interno della maggioranza di centrodestra nel consiglio comunale svoltosi questa mattina. Tanto che i lavori sono andati avanti solo grazie alla minoranza che ha consentito di votare alcuni punti importanti. Poi anche loro sono usciti. “Dopo tre mesi di chiusura legata alla pandemia da Coronavirus – spiega la consigliera Giannino – si è riunito il consiglio comunale basato principalmente su variazioni di bilancio derivanti dalle varie attività sociali. Ci saremmo aspettati un consiglio ricco di proposte per la città, proprio perché sia la maggioranza sia l’opposizione erano state lontane dalla scena politica per tanto tempo. Invece, con grande meraviglia, la maggioranza si è presentata spaccata con ben otto consiglieri in meno, rivelando ancora una volta che il Capitano (il sindaco Candido De Angelis ndr.) non è sorretto più dalla sua squadra, come già avevamo scritto in passato. IL Pd risponde all’appello in aula per presentare una richiesta importante per la città che riguardava la nomina del CDA della Capo d’Anzio e per evidenziare le molteplici inadempienze da parte del socio di maggioranza”.
E sul porto che la Giannino punta il dito evidenziando “le mancanze sono numerose – continua -, a partire dal mancato pagamento dei canoni demaniali alla Regione Lazio di 700 mila euro, dal mancato reintegro per il possesso delle quote al loro valore nominale, dal mancato controllo da parte del socio maggioritario, da un bilancio disastrato e per finire, alle tanto discusse “nomination” nel consiglio, con curricula a dir poco variegati”. “Alla luce di tutto ciò – continua – ho chiesto al Presidente generale Marchetti di venire in Consiglio Comunale e relazionare alla città lo stato d’arte della Capo d’Anzio spa, lo stato finanziario della stessa e la progettazione e attuazione delle opere previste”. Dopo questa richiesta, Giannino ha abbandonato i lavori “per non essere tacciata – spiega – di sostenere questa maggioranza sbrindellata”. “Ancora una volta – conclude la capogruppo Pd – il Re viene attaccato dai suoi stessi sostenitori, che lo descrivono come un “despota totalitario”. Sono loro che ricattano il sindaco? E se così fosse, quali sono le richieste presentate a cui il primo cittadino non risponde? La città attende lumi”.