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Nettuno, la replica dell’imprenditore Fernando Mancini

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FInanza

Il decreto del Tribunale di Roma, sezione misure di prevenzione, è stato impugnato con ricorso alla Corte di Appello di Roma, la quale ancora non ha provveduto sull’atto di gravame, e, pertanto, la confisca non è divenuta definitiva dovendosi celebrare ancora due gradi di giudizio.

Il chiarimento arriva dall’imprenditore nettunese Fernando Mancini che replica all’articolo pubblicato nei giorni scorsi e relativo al provvedimento di confisca di beni emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, che ha concluso l’operazione “Domus Aurea”, avviata nel 2015 dai finanzieri di Nettuno.

Di seguito la lettera di mancini.

“Il sottoscritto, Mancini Fernando, in primo luogo dichiara la frase “… L’intero patrimonio accumulato negli anni … passa definitivamente nella disponibilità dello Stato …”, riportata nel predetto articolo, non è vera poiché il decreto del Tribunale di Roma, sezione misure di prevenzione, è stato impugnato con ricorso alla Corte di Appello di Roma, la quale ancora non ha provveduto sull’ atto di gravame, e, pertanto, la confisca non è divenuta definitiva dovendosi celebrare ancora due gradi di giudizio.

Rileva inoltre che anche la frase “… plurindagato per i reati … traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro …” non è vera poiché il, sottoscritto non è indagato per tali gravi reati, e precisa che in relazione al reato di “… associazione a delinquere …”, nel corso del processo c.d. Domus Aurea è intervenuta, in procedimento incidentale de libertate, un’ordinanza del Tribunale del Riesame di Roma che ha ritenuto insussistente il reato associativo, divenuta irrevocabile poiché non è stata impugnata dall’Ufficio del Pubblico Ministero, mentre per gli altri presunti reati non è ancora iniziato il dibattimento e, pertanto, nessuno di loro non è stato accertato giudizialmente con sentenza di condanna.

Si osserva che la frase, contenuta sempre nel suindicato articolo in cui si afferma “…il Mancini, con l’ausilio di presta nome famigliari e non aveva acquisito… aziende, tra cui il noto stabilimento balneare “Belvedere”, attraverso il reinvestimento di cospicue somme di denaro sporco…”, non è vera, poiché gli stessi periti nominati dal Tribunale, ai fll. 1991 e ss. del volume 4 della loro relazione, in riferimento alla Turistico Marinara srl, società che gestiva il predetto stabilimento, hanno verificato che la stessa non è una “società schermo”, in quanto risulta essere ai fini della vigente normativa fiscale operativa e senza perdite sistematiche.

Quindi trattasi, affermano sempre i periti, di società con reale attività aziendale e tutto ciò trova conferma dall’analisi di bilancio effettuata, ed inoltre in relazione ad eventuali distrazioni o ammanchi dal patrimonio della società, dalle analisi effettuate sulla documentazione contabile e bancaria non risultano emergere elementi riconducibili a tali fattispecie.

Alle stesse conclusioni sono giunti il consulente di parte e i periti anche nei confronti delle altre società sottoposte a verifica.

Infine, in ordine all’ indagine convenzionalmente denominata Hummer, si rileva che il procedimento penale ad essa collegato, non si è concluso con una sentenza di condanna nei miei confronti e degli altri imputati.

Il sottoscritto, conferisce al suo difensore, avv. Giovanni Nunnari, procura speciale per difenderlo e assisterlo nell’eventuale procedimento ex art. 700 c.p.c., previsto dal 5° comma dell’art. 8 legge 8 febbraio 1948, n. 47.

Distinti saluti.

Mancini Fernando

avv. Giovanni Nunnari