E’ iniziato con gli auguri alla consigliera comunale Stefania Amaducci (che ieri si è sposata). E’ proseguito con l’approvazione di tutti i punti (rendiconto della gestione dell’esercizio finanziario 2018, variazione del pogramma triennale con l’ampliamento del cimitero comunale e i lavori al plesso scolastico Saragat, Regolamento dell’Albo compostatori. E si è concluso con l’approvazione di un ordine del giorno sulla biogas di Padiglione, il consiglio comunale di Anzio, convocato per stamattina (13 maggio).
Un argomento che sembrava in parte chiuso e che invece è tornato a far parlare di sé. La Regione Lazio, dopo aver detto no al secondo impianto rifiuti (Green future) previsto in via Nazzari tra Sacida e Padiglione, ha fatto dietrofont. Sollecitando la Città metropolitana di Roma Capitale a dire la sua nell’ambito del procedimento di valutazione di Impatto Ambientale relativamente alla realizzazione dell’impianto di recupero rifiuti con produzione di biometano. Clamoroso.
Con una nota del 17 aprile, la Direzione regionale Politiche ambientali è reintervenuta sul caso della Green future facendo appello ad una nota avente ad oggetto “Individuazione di aree idonee e non ideonee alla localizzazione di impianti per lo smaltimento di rifiuti nell’area della Città metropolitana“. Dalla documentazione allegata si evince che l’area interessata dal progetto ricade in quelle di attenzione progettuale. Incredibile. Ancora scaricabarili. E tanti cari saluti alla scuola e alle distanze minime dai luoghi sensibili.
Ora Città metropolitana ha 30 giorni di tempo per dire la sua altrimento, scrive la Regione il parere dell’ente “si riterrà favorevole“. Sul sentiero di guerra sono subito scesi i Comitati No Biogas, i consiglieri comunali e l’Amministrazione. Tutti insieme hanno lavorato su un ordine del giorno per chiedere alla Città metropolitana di rispondere nei tempi previsti e impedire che lo scenario della Green future si riapra. E che, a quanto pare, si è riaperto per motivi che sfuggono; durante la redazione dell’ordine del giorno è stata Mariateresa Russo (M5S) a far notare che la Valutazione di impatto ambientale spetta alla Regione e che la stessa Regione in sede di Conferenza dei servizi si era detta contraria. Al termine del dibattito, l’odg è stato approvato all’unanimità.
“Preso atto che la Città metropolitana non ha preso parte alla Conferenza dei servizi – si legge nell’odg approvato all’unanimità – inviando solo nota riferita alla documentazione necessaria ma non approfondendo l’istruttoria. Ritenuto di dover intervenire a salvaguardia del territorio di Anzio, preservando il bene primario della salute pubblica, si invita e diffida la Città metropolitana a rispondere nei tempi dovuti evidenziando la totale preclusione della realizzazione di impianti gestione e trasformazione dei rifiuti. Il parere negativo si intende perentorio”.