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Finestre chiuse e carica batteriologica nelle scuole dopo l’incendio. Anzio IV e Nettuno III sollecitano la Asl

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Il giorno dopo l'incendio del deposito di rifiuti Manager Eco X di via Pontina Vecchia, Roma, 06 maggio 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

Dopo l’allarme lanciato a più livelli ieri sera e stamattina presto, il vento sulle nostre città sta girando ancora e quell’odore acre che stamattina aveva dato il buongiorno ai cittadini sembra essere un tantino svanito. Ma certamente non si sono spente le polemiche dei residenti che continuano a chiedere, soprattutto all’Arpa Lazio, notizie certe circa gli eventuali rischi connessi alla nube nera che da Pomezia si è spostata e ha investito il litorale a sud di Roma. Non sembrano convincere più di tanto nemmeno le notizie che si leggono sulla pagina facebook (piuttosto ma sul sito in nome della trasparenza nulla viene specificato?): “I dati relativi al 7/5 raccolti dalle centraline della rete regionale per la qualità dell’aria. Non ci sono superamenti dei valori limite di legge per PM10, Benzene, CO e NO2“. Perché poi il dubbio resta concentrato su diossina e amianto.

Così dopo il provvedimento dei sindaci di Anzio e NettunoLuciano Bruschini e Angelo Casto che questa mattina hanno firmato una nota destinata alle ditte che gestiscono la refezione scolastica, un’altra presa di posizione concreta arriva da due degli Istituti comprensivi del territorio, l’Anzio IV e il Nettuno III, entrambi sotto la direzione di Margherita Diana. La quale riprende il testo della nota inviata questa mattina da Casto alla Asl e all’Arpa e sollecita risposte da parte dell’Azienda sanitaria Roma 6 che vadano nella direzione della tutela degli studenti del territorio.

Visti i fatti accaduti a Pomezia in data 5 maggio, viste le disposizioni Asl prot. N. 0025214 /2017 del 5 maggio, chiede chiarimenti e nuove disposizioni circa la chiusura delle finestre, in quanto essendo gli edifici scolastici luoghi sovraffollati (600/700 alunni e circa 80 persone di personale scolastico), la chiusura degli infissi comporta una situazione di difficile gestione: aumento della carica batteriologica, area viziata, aumento delle temperature con probabili conseguenze nocive sulla salute di alunni e personale. Si resta in attesa di riscontro e di nuove disposizioni“.