Il 26 aprile la Regione ha ritenuto che non sarà necessario realizzare nuovi impianti di termovalorizzazione. Per questo motivo si è valutato, a differenza dei dati in possesso del Ministero dell’Ambiente, che non serve nessun nuovo impianto nel Lazio. Anzi ci si può fermare sull’impiantistica attualmente in esercizio
Contestualmente alle battaglie del Comitato Anzio no biogas, le proteste dei cittadini e la dura presa di posizione degli imprenditori agro-alimentari di Sacida, si apre un nuovo spiraglio per la vicenda delle centrali per la chiusura del ciclo dei rifiuti che potrebbero sorgere alla periferia di Anzio. Due giorni fa, infatti, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha presentato il Decreto sulla determinazione regionale in merito al fabbisogno degli impianti per il ciclo dei rifiuti e ha diramato i dati della raccolta differenziata dei vari comuni: tanti i progressi dal 2013 ad oggi e confortanti i numeri in percentuale. Si è passati da un iniziale 26,5 all’attuale 32,7% di rifiuti che quotidianamente vengono differenziati. Un segnale confortante, sebbene molto ci sia ancora da fare soprattutto a livello di sensibilizzazione e informazione degli utenti.
In altre parole la Regione ha ritenuto di non pianificare impianti oltre a quelli esistenti. Il 26 aprile la Giunta regionale, elaborando quei dati sulla produzione dei rifiuti raccolti nelle province, ha quindi approvato la delibera per la determinazione del fabbisogno degli impianti. Nessun nuovo impianto, dunque, nel Lazio, seppure al momento si parli solo di quelli definiti termovalorizzatori e non venga fatto esplicito riferimento a quelli a biomassa e biogas per i quali è in fermento la cittadina neroniana e per i quali si attende il pronunciamento definitivo della Regione. “Data la tendenza all’aumento, nei prossimi anni, della raccolta differenziata, che dovrebbe raggiungere nel 2020 il 65% con un trend in crescita costante – si legge in una nota pubblicata sul sito ufficiale – la Regione ha ritenuto che non sarà necessario realizzare nuovi impianti di termovalorizzazione. Per questo motivo si è valutato, a differenza dei dati in possesso del Ministero dell’Ambiente, che non serve nessun nuovo impianto nel Lazio. Anzi ci si può fermare sull’impiantistica attualmente in esercizio”. Resta da capire se lo stesso blocco riguarderà anche i sistemi del biometano, per i quali non è stata ancora fatta chiarezza.