La conferma è arrivata poco fa: la Conferenza dei servizi relativa al progetto della Green Future, quello per la realizzazione della seconda centrale a biogas nel territorio di Anzio, è stata fissata per il 17 marzo ore 10,30. Una comunicazione che era attesa non solo dal comune di Anzio – che per la seconda volta sarà chiamato a pronunciarsi sul progetto di costruire un impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti in località Sacida/Padiglione – ma soprattutto del Comitato Anzio No biogas che si sta battendo per ostacolare con ogni mezzo la realizzazione della doppia centrale.

Sebbene per la prima sembrino poche le speranze di bloccare il progetto di Anziowaste, gli attivisti non sembrano disposti a lasciare nulla di intentato. Ieri mattina proprio per spiegare i rischi e i pericoli connessi con la realizzazione di impianti a biogas, il Comitato ha incontrato i cittadini di Sacida, Padiglione e Lido dei Pini. Oltre a pubblicizzare la petizione popolare – che resta l’unico strumento valido da presentare in Conferenza dei servizi in Regione – gli esperti del Comitato hanno messo l’accento sul fatto che tra i rifiuti compostati degli impianti in oggetto, finiscano non solo gli scarti organici ma anche quelli delle “industrie alimentari, ottenuti da prodotti animali e vegetali che spesso, prima di arrivare alle centrali, subiscono processi di degradazione spinta. In questo modo aumentano le probabilità che in entrata ci siano substrati contaminati e, in uscita, quelle di contaminare una grande varietà di terreni agricoli”. In attesa del ricorso avverso la determina regionale che ha autorizzato la prima centrale in via della Spadellata che avrà una capacità di stoccaggio ben superiore alla produzione di umido del comune di Anzio, anche il Pd in queste ore ha nuovamente firmato una richiesta di consiglio comunale urgente sulla vicenda e sollecitato l’Amministrazione comunale a “verificare e riferire i cittadini sulla validità tecnico giuridica di un ricorso al Tar contro l’installazione dell’impianto, nonché a farsi portavoce di istanza presso la Regione per accelerare l’approvazione del Piano regionale dei rifiuti in modo da evitare indiscriminate proliferazioni di tali impianti”.