Duro documento dei consiglieri comunali di minoranza Nettuno contro l’amministrazione comunale per la gestione dell’emergenza legata alla gestione dei tamponi molecolari. A firmarlo sono Enrica Vaccari, Roberto Alicandri, Antonello Mazza, Luigi Carandente, Simona Sanetti, Mauro Rizzo, Daniele Mancini, Marco Federici, Waldemaro Marchiafava e Antonio Taurelli.
“La situazione covid a Nettuno – scrivono – è totalmente fuori controllo per quanto riguarda la gestione dei tamponi molecolari. Difatti nonostante l’enorme lavoro dei medici di base e delle farmacie, la numerosità dei casi ha totalmente messo in crisi il sistema di tracciamento. È inutile purtroppo, in questo senso, il solito comunicato del Consigliere Regionale Fabio Capolei, che da vicepresidente della Commissione Sanità della Regione Lazio riesce semplicemente a diffondere benedizioni neanche fosse papa Giovanni”.
Nel documento i consiglieri di minoranza rimarcano l’assenza di ruolo in questa fase dello stesso consigliere regionale: “Sul piano concreto e operativo – continua il documento – non ci risulta nessun suo intervento per il nostro territorio. Il consigliere si è limitato a registrare la situazione di sovraccarico di Villa Albani e a ringraziare i medici per il lavoro svolto, cosa condivisibile ma senza alcun effetto reale. Facciamo nostri i ringraziamenti per il lavoro dei medici, ma se basta questo per ricoprire un incarico così delicato, la prossima volta suggeriamo di candidare allo scranno regionale un cavallo, come fece l’illustre anziate Caligola”.
E poi muovono anche critiche al sindaco di Nettuno Alessandro Coppola.
“Non può ricevere nessun apprezzamento – scrivono – neanche il Sindaco di Nettuno Alessandro Coppola che, ricordiamolo, è la massima autorità sanitaria locale e che come sempre nelle situazioni topiche ha lo stesso peso specifico degli ectoplasmi. Le file che abbiamo visto negli scorsi giorni a Villa Albani e la disorganizzazione che raccontano molti cittadini, non sono tollerabili in un paese civile eppure l’amministrazione tace. La nostra preoccupazione concreta è che un tale quadro costringa molti utenti a rivolgersi a strutture private svuotando nei fatti il diritto a una sanità pubblica per tutti, con l’aggiunta che le stesse strutture non sono preparate per affrontare una tale numerosità di casi che si stanno riscontrando sul nostro territorio. Evidentemente – conclude la nota dei dieci consiglieri comunali – qualcosa non ha funzionato nel sistema di prevenzione e su questo le nostre amministrazioni locali dovrebbero interrogarsi se davvero, come spesso hanno detto, hanno fatto tutto quello che si poteva fare”.