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Nettuno, discese a mare: è anche un problema di sicurezza. Il complicato soccorso di una bambina di 11 anni

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Dopo la richiesta di accesso agli atti presentata alla Capitaneria di porto di Anzio sulla fruibilità delle discese a mare nel tratto del litorale compreso tra il Belvedere e i Marinaretti, i cittadini che animano il Comitato che si batte per la riapertura di questi varchi, sollevano anche il grave problema della sicurezza degli arenili di Ponente difficilmente raggiungibili in caso di richiesta di soccorso.
Lo conferma il racconto di uno dei cittadini del Comitato.
“L’episodio si è verificato la scorsa settimana – inizia il racconto – e si tratta di un fatto gravissimo. È infatti accaduto che una ragazzina di 11 anni, in vacanza con la famiglia a Nettuno, sia caduta sugli scogli battendo pesantemente la schiena proprio all’altezza della palazzina ex Federici, dove c’è uno dei varchi che noi riteniamo debba essere aperto, ma che invece è chiuso. La possibilità di soccorrere la bambina era a poche decine di metri, ma non è stata utilizzata. I soccorsi sono scattati subito, ma sono stati macchinosi. Mentre la ragazzina era stata assistita dai genitori sugli scogli – continua il racconto – sono partiti i soccorsi: attraverso il varco del porto di Nettuno si è mosso il quad di una società di salvamento che ha attraversato tutti gli stabilimenti balneari di ponente fino ad arrivare nella zona dell’incidente; qui, non potendo verificare l’effettivo stato di salute della bambina, gli operatori l’hanno comunque assistita sul quad e l’hanno trasferita al Belvedere dove è stata presa in carico dai sanitari del servizio 118 che l’hanno trasportata in barella lungo le scale fino al piano stradale di via Gramsci dove c’era ad attenderla l’ambulanza. Abbiamo saputo che le sue condizioni non erano fortunatamente gravi e che si è subito ripresa – continua il testimone – ma resta la gravità del fatto che i soccorsi, per quanto rapidi, sono stati piuttosto macchinosi considerata la difficoltà nel raggiungere il luogo dell’incidente. E questo non è possibile. Ecco perché il problema non è solo della fruibilità delle spiagge di ponente, ma anche della necessità di garantire un intervento di soccorso rapido ed efficace in caso di necessità. Ci chiediamo se invece di una bambina caduta sugli scogli, fosse stato un bagnante colto da attacco cardiaco. In tutta questa storia e tenendo conto di questo aspetto, il Comune di Nettuno si sta assumendo una responsabilità enorme”.