In una dura nota esprime sconcerto per il mancato impiego dei fondi dei piani di zona la Rete Comunità Urbana di Reciproco Aiuto (CURA), una realtà nata nell’autunno 2021 che unisce volontari e associazioni di Anzio e Nettuno con l’obiettivo comune di dare ascolto e risposta ai nuovi bisogni della cittadinanza.
“Il nostro territorio infatti – si legge in una nota della Rete -, già fragile dal punto di vista sociale e messo ulteriormente alla prova dalla crisi pandemica, manifesta nuove esigenze dal punto di vista economico, sociale, educativo e relazionale, con vecchie e nuove povertà che non possono più essere trascurate. Alcune fra le realtà associazionistiche che costituiscono la Rete C.U.R.A. avevano partecipato, in forma autonoma, ai tavoli tematici preparatori per il Piano di Zona tenuti nel mese di aprile 2021 dal distretto socio-sanitario Anzio-Nettuno, con Nettuno al tempo Comune capofila dell’ambito sociale territoriale. All’interno di questi tavoli tematici – continua la Rete -, le associazioni sono state interrogate sui bisogni emergenti osservati nel territorio, e fra questi sono emersi ad esempio quelli connessi alle difficoltà economiche per un numero sempre crescente di famiglie e di singoli, e quelli educativi in particolare per la fascia adolescenziale.
Alla fase di ascolto delle realtà del Terzo Settore, tuttavia, non ha fatto eco un’attività di co-progettazione concreta per rispondere ai bisogni individuati e condivisi, nonostante proprio la co-progettazione sia una parola chiave del Piano Regionale che regolamenta i Piani di Zona territoriali.
Al disappunto per questa occasione mancata – aggiunge la rete C.U.R.A. – si aggiunge lo sconcerto di apprendere che i fondi destinati al sociale per il distretto di Anzio e Nettuno risultano ad oggi non spesi. La somma, che ammonta ad oltre 8 milioni di euro, rischia di rimanere congelata in questa paralisi del settore senza che l’amministrazione, in sinergia con le associazioni del Terzo Settore, riesca a dare una risposta concreta alle fasce più dimenticate e fragili della cittadinanza.
Stiamo assistendo inoltre ad una lunga diatriba fra i Comuni di Anzio e Nettuno attorno al tema del passaggio del capofilato, che ha portato e porterà ad una ulteriore spiacevole dilatazione dei tempi, in un momento storico in cui le urgenze dettate dal disagio sociale sono più pressanti che mai. La Rete C.U.R.A., che in questi primi mesi di attività ha avviato un servizio di dopo scuola diffuso, un “Progetto Pasti” al fianco della Comunità di Sant’Egidio ed uno sportello di supporto dedicato ai cittadini più in difficoltà tra cui molti stranieri, conferma la propria disponibilità a cooperare con le amministrazioni. La volontà di ascoltare, insieme alle istituzioni locali, la domanda di interventi sociali e i bisogni delle fasce più fragili della cittadinanza è massima.
È importante però – conclude la nota dei volontari – che alla fase di ascolto seguano finalmente un concreto coinvolgimento ed una fattiva collaborazione nel disegno e nella messa in pratica di interventi adeguati ed incisivi, per offrire una degna risposta alla richiesta di aiuto che arriva dal territorio”.
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