“Metti San Valentino come didascalia“. E’ bastata questa frase, detta dall’assessore Stefano Cataldo all’addetto stampa del Comune di Nettuno, che gli aveva appena scattato una foto, per infiammare il consiglio comunale, che fino a quel momento era scivolato via tutto sommato tranquillamente. Si era in un momento di sospensione e il componente della giunta stava parlando con l’addetto stampa, seduta dietro di lui, ma la frase è stata sentita anche dai consiglieri Eufemi e Caponi, dal sindaco stesso e, soprattutto, da Claudio Dell’Uomo. Quella frase in apparenza senza senso, o comunque fuori contesto, aveva invece un significato ben preciso proprio per il consigliere di minoranza. San Valentino è infatti il nome in codice dell’operazione che lo ha visto suo malgrado protagonista negli anni ’90 e da cui, dopo dieci anni e una lunga esperienza in carcere, è stato assolto con formula piena, sentenza a cui il Pubblico Ministero non si è neanche appellato. L’esperienza, da cui, ribadiamo, è uscito completamente pulito, ha ovviamente segnato profondamente il consigliere comunale che, scuro in volto, ha commentato le parole dell’assessore: “Cataldo mi aveva già detto in passato che per lui l’assoluzione non conta. Io non posso mettere a rischio me stesso e la mia famiglia per ripercussioni politiche come questa. Ora vado via perché non posso restare qui dentro. Chi mi conosce sa la fatica che sto facendo per rimanere calmo in una situazione del genere. E’ sgradevole e allucinante“. Già nella prima parte del consiglio comunale lo stesso Dell’Uomo, appoggiato dai colleghi di opposizione, aveva presentato una mozione per dare mandato al segretario per controllare se ci fossero motivi di incompatibilità per Cataldo: nel suo lavoro di finanziere aveva infatti portato avanti indagini sulle amministrazioni comunali precedenti, alcune delle quali ancora non chiuse e ciò avrebbe potuto creare problemi all’interno degli uffici. Il timore era anche quello di possibili intimidazioni, che invece sono arrivate nel bel mezzo del consiglio comunale. Immediati gli interventi dei colleghi di opposizione che hanno fortemente stigmatizzato il fatto, chiedendo a gran voce delle spiegazioni e l’intervento del sindaco. Cataldo, da parte sua, ha parlato di battuta e ha negato il riferimento al consigliere, ma non ha saputo giustificare il perché, in una situazione del genere, abbia proprio fatto riferimento a San Valentino, parole del tutto fuori contesto se non per fare allusione, appunto, alla disavventura di Dell’Uomo. Mentre l’opposizione parlava apertamente di intimidazione e il fatto veniva inoltre condannato da alcuni consiglieri di maggioranza, anche se in alcuni casi si è tentato di sminuire un po’ il valore di quelle parole, quello che ha fatto più “rumore“, se così si può dire, è stato il completo silenzio del sindaco. Nonostante sia stato più volte invitato a prendere la parola e a commentare il caso, infatti, Angelo Casto non ha ritenuto di dover intervenire. Un silenzio veramente assordante per un primo cittadino apparso in difficoltà durante tutta la discussione.
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