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Ancora disagi sulle strade di Lavinio: ulteriori segnalazioni di Città Insieme

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E’ ancora una volta Città Insieme a mettere in risalto le problematiche che affliggono le strade di Lavinio Mare, segnalando rischi concreti per automobilisti e pedoni.
Questa volta a finire sotto la lente dell’associazione è il nuovo marciapiede sul Lungomare Enea, recentemente messo a nuovo ma ancora sprovvisto di un adeguato sistema di illuminazione. Non sono stati installati proprio i pali della luce, sebbene siano stati fatti già i fori. Una situazione, questa, che comporta ovviamente dei pericoli per chiunque transiti sul marciapiede, che potrebbe chiaramente cadere inciampando nelle buche.

Segnaliamo che tutto il nuovo marciapiede riportato in oggetto è in assenza della nuova illuminazione e che i fori potrebbero essere causa di inciampo o caduta per i pedoni – scrivono dall’associazione – Vorremmo avere delle risposte scritte ai sensi dell´art 241 / 90 per sapere quando verranno installati i nuovi pali di illuminazione”.
Non solo strade, però. Città Insieme è infatti tornata un’altra volta – l’ennesima – sul rudere di via del Tridente. L’edificio, come è noto, versa in uno stato di abbandono da tantissimi anni e negli ultimi tempi, anche dentro la casa, non fanno che proliferare immondizia, topi e insetti.
“La proprietà presenta ambienti sotterranei sfondati che costituiscono vere e proprie voragini pericolosissime e quindi da precludere assolutamente al pubblico accesso – scrivono (Leggi qui) – Rimarchiamo che si tratta di edificio affidato alla custodia comunale in seguito a sentenza penale (sequestro ad organizzazioni malavitose) e questo individua la responsabilità civile della sua sicurezza direttamente in capo all´Amministrazione di Anzio. Facciamo presente di essere giunti al nostro QUINTO sollecito in pochi mesi senza aver osservato alcun risultato efficace. Ciò fa ritenere che in caso di accidente apparirà arduo pretendere di coprire eventuali danni a persone ricorrendo alla copertura assicurativa comunale pagata col denaro dei cittadini. Essa richiede infatti che si dimostri di aver messo in atto tutto quanto possibile per scongiurare il rischio e che in assenza di ciò il risarcimento ricade personalmente sui titolari della cosa pubblica che non l´hanno protetta diligentemente”.