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Vendeva pesce di Anzio andato a male su Facebook, bloccato dalla Guardia costiera

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Aveva messo in piedi un vero e proprio negozio virtuale per la vendita di pesce e molluschi provenienti dal mare di Anzio e aveva scelto Facebook – soprattutto i mercatini e Vendo della zona di Roma – per smerciare i prodotti. Ma non aveva fatto i conti con la Guarda costiera che ha posto fine all’attività illecita condotta in spregio alle prescritte norme igienico-sanitarie. A finire nella rete dei militari del 3° Centro controllo Area pesca della Direzione marittima di Civitavecchia è stato un commerciante abusivo che proponeva, appunto, la vendita di pesce fornito, secondo accertamenti che sono tuttora in corso, da un peschereccio che aveva base proprio ad Anzio. Già dal gennaio scorso il Ccap di Civitavecchia aveva puntato l’attenzione verso il commercio online di prodotti ittici e intrapreso una serie di iniziative finalizzate al contrasto di illeciti in materia di pesca marittima e alla tutela del consumatore. Questi ultimi, ignari di quello che acquistavano, portavano sulla loro tavola pesce – di varie tipologie – ormai in cattivo stato di conservazione.

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A seguito della capillare attività di controllo della Guardia costiera, l’uomo è stato individuato. Dopo un’attenta e meticolosa attività di indagine, durata diverse settimane, i militari sono riusciti ad adescare il sedicente commerciante attraverso una falsa identità “Facebook”, concordando la compravendita di vari quantitativi di pesce. All’appuntamento, fissato nella zona di Ostia, il soggetto si è trovato davanti gli uomini della Guardia Costiera, coadiuvati dal personale della Asl. Per l’abusivo è scattata la denuncia per detenzione a scopo di vendita di specie ittiche in cattivo stato di conservazione. Infatti, i prodotti pronti per la vendita, erano stivati e trasportati su di un’auto, in cattivo stato di conservazione e, a quanto certificato dal medico veterinario presente, chiaramente non più idonei al consumo e quindi da destinare alla distruzione. Basti pensare che il pescato dovrebbe essere conservato ad una temperatura che si aggira tra 0° e 4°, mentre il prodotto sequestrato aveva una temperatura di conservazione che, dalle misurazioni effettuate dai militari, aveva raggiunto i 18,8°.

A carico dell’uomo sono state comminate, inoltre, le previste sanzioni per violazione delle norme in materia di tracciabilità ed etichettatura dei prodotti ittici. Sono tanti coloro che, senza rispetto per le norme igieniche e sanitarie, vendono pesce e molluschi utilizzando profili facebook falsi soprattutto sui tantissimi Vendo e bazar di Roma e dintorni.