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All’istituto Emanuela Loi di Nettuno, un incontro per ricordare la giovane agente uccisa dalla mafia

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Si è svolto ieri mattina nell’Aula Magna dell’istituto superiore Emanuela Loi di Nettuno un incontro sul tema della legalità, organizzato nell’ambito del Piano dell’Offerta Formativa dell’Istituto, grazie alla collaborazione con le associazioni locali “La Tamerice”, “Baraonda” e con l’Anpi Anzio Nettuno. Il Progetto, dal titolo “Giovani partigiani – Peppino ed Emanuela dalla parte della giustizia”, vuole ricordare ai giovani le figure di Peppino Impastato, giornalista e attivista ucciso dalla mafia e di Emanuela Loi, giovane agente della Polizia di Stato, che faceva parte della scorta del giudice Paolo Borsellino, uccisa nell’attentato di via D’Amelio.

All’iniziativa di ieri ha preso parte Claudia Loi, sorella di Emanuela, alla quale è intitolato l’Istituto di Nettuno, che con grande semplicità ha raccontato agli studenti e alle studentesse la vita, i sogni, le speranze di una ragazza di 25 anni – l’età in cui Emanuela Loi fu uccisa – e di quelle della sua famiglia e del suo fidanzato. Ha raccontato anche come la famiglia abbia trovato la forza di andare avanti dopo la disgrazia.

Così – ha detto – parliamo in famiglia di ciò che è accaduto ad Emanuela. Prima mio padre e poi, dopo la sua morte, mia madre ad io, abbiamo voluto portare in tutta Italia la testimonianza del suo sacrificio e di quello dei suoi colleghi, dei quali voglio ricordare i nomi. Ci ha sorretto una grande fede e anche la certezza che se tutti facciamo la nostra parte, il nostro dovere, se tutti rispettiamo le regole, la legge e viviamo nella legalità, riusciremo a costruire un’Italia migliore”.
Molte le domande rivolte dagli studenti – che al termine del percorso di incontri e convegni realizzeranno una mostra, un video e una performance teatrale sulla tematica – alla signora Loi e alla criminologa Flavia Fiumara sui temi della mafia, della legalità, sulla figura della giovane agente della Polizia di Stato.

Ringraziamo la signora Loi e il marito per la loro presenza a Nettuno oggi – ha detto la dirigente scolastica dell’Istitituto, Antonella Moscale forze dell’ordine presenti, le amministrazioni comunali di Anzio e Nettuno perchè i giovani hanno bisogno di vedere che le istituzioni sono dalla loro parte, che gli adulti diano un senso al parlare di legalità. La legalità non ha bisogno di sacrifici, certo in casi eccezionali e situazioni gravi può essere necessario anche un gesto forte, ma di essere coltivata ogni giorno, nella quotidianità, rispettando le regole, la convivenza civile, accogliendo le diversità. Gesti semplici, che dovrebbero costituire la normalità per tutti”.