“I miei occhi sono fatti per sentire, leggo il labiale e per comunicare uso una lingua manuale”: con la sua bella voce Francesco Brizio, in arte Brazzo, esordisce nel panorama musicale italiano con Sono sordo mica scemo una canzone scritta dopo averla pensata per tanto tempo e che ha interpretato utilizzando anche la lingua dei segni.
“Nonostante il mio problema uditivo, ho sempre sognato di cantare ma ero imbarazzato dal fatto che un sordo potesse cantare con la voce“. Ma poi ha rotto gli indugi e con l’aiuto di una logopedista, di una carissima amica e di Roberto Gramegna di Realsound (è uno studio di registrazione e produzione audio – video n.d.r.), ha raggiunto un primo traguardo: ha cantato e realizzato un video per “rivelare i nostri disagi sociali, chiedere più integrazione e diffondere la lingua dei segni”. L’Italia, purtroppo, non ha ancora una legge che la riconosca come lingua, anche se da anni sono in discussione, in parlamento, diversi progetti di legge. “È un nostro diritto, è la nostra lingua” afferma con forza Francesco.
Brazzo è nato a Taranto da genitori sordi, vive a Milano e lavora in una compagnia assicuratrice. “Sono un rapper da pochissimo tempo” – racconta – “vedo spesso che gli udenti ascoltano la musica per sfogarsi. Penso che anche noi avremmo bisogno di farlo, solo che la musica non la conosciamo e non la sentiamo. Ed è per questo che ho cantato e, al tempo stesso, usato la LIS: il brano può essere gustato sia dai sordi che dagli udenti. Anche questa è una forma di integrazione”. E aggiunge: “Un sordo può fare tutto, non solo nella musica ma anche competere nello sport in massima serie ed entrare anche nel mondo della televisione, dello spettacolo e della moda perché, come dice la canzone, in fondo siamo tutti esseri umani”.
Chiudo l’articolo sfogandomi un po’, ascoltando Brazzo su www.youtube.com/watch?v=iHmbQ3eKTTs. Collegatevi e sfogatevi anche voi cari lettori!