Home Cronaca Anzio Rifugiati, Lavinio dice no. I commercianti: “Pronti a incatenarci”

Rifugiati, Lavinio dice no. I commercianti: “Pronti a incatenarci”

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In tanti stamattina davanti all’hotel Villa Anna che dovrebbe ospitare circa 80 migranti già alloggiati al Cara di via dell’Armellino. Oltre ai commercianti, tutta la maggioranza politica di Anzio: unita contro i migranti. Vedremo se lo sarà anche sulla vicenda delle biogas nella vicina Sacida

C’erano proprio tutti stamattina in corso San Francesco a Lavinio mare per dire “no” al piano di ricollocazione di un centinaio di rifugiati politici destinati alla struttura alberghiera Villa Anna: commercianti, gestori di stabilimenti balneari, titolari di seconde case, residenti e quasi tutta la maggioranza politica di Anzio, gli Assessori e il sindaco Luciano Bruschini. La protesta pacifica si è svolta davanti all’albergo in concomitanza con il sopralluogo, disposto dalla Prefettura, finalizzato a verificare l’idoneità dell’immobile che a tutt’oggi è destinato all’accoglienza turistica.

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Dopo l’arrivo della proprietà, dei responsabili della cooperativa che si è aggiudicata la gara, di Roberto Leone, delegato dal Prefetto di Roma a coordinare le operazioni relative alla dislocazione dei centri immigrati, dei Carabinieri e della Polizia di Anzio con in testa il dirigente Antongiulio Cassandra, in poco tempo in corso San Francesco si è radunata una folta delegazione di cittadini. Tutti pronti a far sentire la propria voce e osteggiare la decisione prefettizia di assegnare una ottantina di migranti a Lavinio. Che poi siano gli stessi finora ospitati al Cara di via dell’Armellino e non nuovi arrivi, poco importa. “Lavinio è una località turistica – ha tuonato Giampaolo Succi titolare del negozi Buel Shop – che ha bisogno di investimenti e non di abbandoni da parte delle istituzioni”. “Viviamo due mesi l’anno – aggiunge Francesco Tontini de Le Clou dei viaggi – in questo modo ci penalizzeranno ulteriormente e tutti i sacrifici fatti in questi anni saranno buttati al vento”. Alza i toni anche la titolare del Garden Bar: “I nostri genitori e noi stiamo buttando sangue in queste attività; se metteranno altri immigrati qui, nessuno vorrà più venire a Lavinio. Siamo pronti a legarci ai cancelli“. E’ infine Maurizio Criscuolo, titolare del Jolly Lido e presidente dell’associazione degli stabilimenti ad aggiungere che “il dovere dell’ospitalità è sacro, certo. Ma poiché manca tutto in questa località a cominciare dalla sicurezza e dagli investimenti, anche il problema dell’arrivo di ottanta persone in più rappresenta un’emergenza che non può essere gestita”.

Faccia a faccia con Leone e la proprietà della struttura, è stato in chiusura di sopralluogo il sindaco Bruschini a sottolineare che Lavinio “è un posto particolare, che vive di turismo e deve continuare a farlo. Non è possibile ospitarli qui. Mi aspettavo di vedere il Prefetto qui, che deve intervenire. E fare in modo che i migranti restino dove sono; in caso contrario sono pronto a dimettermi”. Poche battute, dette con determinazione, la stessa che ci aspettiamo di vedere al prossimo consiglio comunale quando oltre ai migranti si parlerà anche dell’altra questione che sta tenendo i riflettori accesi, le centrali a biogas. A dire il vero ci si aspetta di vedere la stessa, nutrita rappresentanza del consiglio comunale difendere i diritti di un’altra frazione, quella di Sacida, poco distante da Lavinio, ma pur sempre ad Anzio, dove i residenti sono preoccupati per la salute e il futuro dei propri figli. Oltre del fatto che in breve tempo si assisterà ad una profonda svalutazione del mercato immobiliare. A meno che ci siano quartieri di serie A e quartieri di serie B.