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Nettuno, un’area del bosco di Foglino intitolata alla memoria del partigiano Antonio Taurelli

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In concomitanza con la deposizione delle corone d’alloro al cippo del bosco di Foglino a Nettuno che ricorda i soldati americani sbarcati all’alba del 22 gennaio 1944, un’area del bosco è stata intitolata a Antonio Taurelli, ex partigiano, che, appena diciassettenne, con gli americani aveva combattuto. L’iniziativa è stata del presidente dell’Università Agraria di Nettuno Giampiero Gabrieli, anche perché Antonio Taurelli per trent’anni aveva lavorato come guardiabosco a Foglino. Un giusto riconoscimento ad una persona, scomparsa appena due mesi fa, che per 78 anni, fino all’ultimo, ha tramandato la memoria storica di quei tragici giorni alle nuove generazioni. Solo lo scorso anno, alla veneranda età di 95 anni, aveva deposto la propria corona di fiori al Cimitero monumentale americano di Nettuno. Alla cerimonia sono intervenuti i figli, i nipoti e i pronipoti di Taurelli. Sono stati proprio questi ultimi, Matteo e Filippo, a scoprire la targa dedicata al loro bisnonno. Presenti alla manifestazione i sindaci di Nettuno ed Anzio Alessandro Coppola e Candido De Angelis, e il vice sindaco di Città metropolitana Pierluigi Sanna con il Gonfalone.
“Una delle ultime parole che mi ha detto è stata quella riferita al coraggio – ha spiegato il nipote Antonio Taurelli che è consigliere comunale a Nettuno – E di coraggio ne ha avuto molto mio nonno per partecipare ad una guerra in prima linea unendosi ad un plotone di americani che aveva incontrato per strada poco prima del bosco di Foglino e poi partecipando in prima fila alla liberazione dando il proprio contributo. La sua è stata una battaglia durata 78 anni, consistita nella missione di trasmettere i giusti valori soprattutto ai giovani; era convinto che quelli conquistati fossero valori sempre da riconquistare. Questa targa è il riconoscimento della sua comunità che per lui era la cosa più importante“.
È poi intervenuto il vicesindaco di Città metropolitana Pierluigi Sanna. “Il bagaglio valoriale che ci hanno lasciato i nostri padri è molto importante – ha detto -. Un popolo che non insegna i valori ai propri figli è un popolo che ha perso la bussola. Il recupero della bussola e la possibilità di stare sulle spalle di giganti come Antonio Taurelli credo possa contribuire a costruire, ogni giorno, senza retorica, un domani dove si mettono le nuove generazioni nelle condizioni di avere un bagaglio valoriale tale da renderli cittadini responsabili del nostro paese”.