La Corte di Appello del tribunale di Roma ha definitivamente confiscato un ingente patrimonio, del valore stimato di oltre 12 milioni di euro all’imprenditore di Nettuno Fernando Mancini di 58 anni. Il provvedimento della Corte di Appello conferma quello di primo grado emesso a giugno del 2019. Il sequestro è il risultato frutto delle meticolose indagini economico-patrimoniali dei Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, avviate nel 2015, che avevano consentito alla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale capitolino di disporre il sequestro anticipato dei beni riconducibili al Mancini, “già condannato – scrivono gli investigatori in una nota – per i reati di associazione a delinquere, evasione fiscale, bancarotta fraudolenta, truffa, traffico di stupefacenti e riciclaggio”.
Gli accertamenti delle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, coordinate della Procura della Repubblica di Velletri, avevano evidenziato la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati al Fisco dal proposto e le ricchezze nella sua disponibilità, gran parte delle quali intestate fittiziamente a “prestanome” e familiari.
Passa così definitivamente nella disponibilità dello Stato l’ingente patrimonio accumulato investendo i proventi delle attività illecite: si tratta di conti correnti bancari, quote di maggioranza di alcune società, una lussuosa imbarcazione, una rivendita di tabacchi, 90 unità immobiliari (tra cui una villa di circa 400 metri quadrati con piscina, 41 appartamenti, 35 magazzini, garage, capannoni industriali e terreni) e del rinomato stabilimento balneare “Belvedere”.
Oltre alla confisca, la Corte d’Appello ha disposto la riduzione da 5 a 3 anni della sorveglianza speciale di polizia, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.
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