Una notizia sconcertante, passata sotto silenzio se non fosse stato per il deputato Fabio Rampelli e il senatore Nicola Calandrino, entrambi di Fratelli d’Italia, che hanno annunciato la volontà di presentare un’interrogazione sulla clamorosa decisione di Acqualatina spa la società mista a prevalente capitale pubblico – il 51 per centro è controllato dai 38 comuni dell’Ato 4 – che gestisce il ciclo delle acque, di mettere in cassa integrazione i suoi dipendenti. “E’ una decisione sconcertante – spiega al Granchio l’onorevole Fabio Rampelli – Si parla di almeno trecento unità in cassa integrazione. Ed è vergognoso che si prenda questa decisione sulla pelle dei lavoratori in un momento di crisi in cui nelle famiglie si consuma più acqua anche per le raccomandazioni ad una maggiore igiene personale per frenare il virus. E c’è da giurare che le prossime bollette saranno più salate. Abbiamo anche dei dubbi che questa operazione sia stata presa all’insaputa dei sindaci dell’Ato 4”.
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Coronavirus, bollette dell’acqua sempre più salate e maggiori introiti, ma Acqualatina mette in cassa integrazione il personale
“Oltre all’anomalia – da quanto ci risulta – secondo cui l’azienda non avrebbe comunicato le modalità applicative della Cig ai sindacati – si legge in una nota congiunta di Rampelli e Calandrini – troviamo singolare che in un momento in cui i cittadini sono in casa e quindi i ricavi del gestore si moltiplicano a fronte di un netto aumento dei consumi di acqua, si decida di attivare la cassa integrazione. Peraltro nessuna lettera ufficiale ai dipendenti, ma solo una telefonata che comunica l’iter della Cig. Sulla vicenda presenteremo un’interrogazione in Parlamento”.
“E’ paradossale – aggiungono Rampelli e Calandrini – che grandi aziende pubbliche con bilanci in attivo facciano ricorso alle riserve della cassa integrazione. È poi vergognoso che società di dimensioni importanti come Acqualatina, che in questo periodo di emergenza Covid vedrà aumentato il proprio fatturato, approfitti dei soldi dello Stato per migliorare le prestazioni contabili sulla pelle dei lavoratori. Presenteremo un emendamento al prossimo decreto del Governo per impedire alle aziende pubbliche in attivo di mettere in cassa integrazione il personale”.