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Operazione “Tritone”, confermate le condanne per gli indagati che avevano chiesto il rito abbreviato

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La Corte di Appello di Roma ha confermato le condanne per trentaquattro indagati nell’inchiesta “Tritone” della Direzione distrettuale antimafia che nel novembre 2022 aveva portato anche allo scioglimento dei comuni di Anzio e Nettuno per infiltrazioni della criminalità organizzata. Nel febbraio dello scorso anno numerosi indagati avevano chiesto il rito abbreviato ed erano stati condannati complessivamente a 370 anni di carcere: il massimo della pena era stata la condanna a venti anni di carcere per alcuni di loro, esponenti di spicco di una “locale” delle ‘ndrangheta che agiva sul territorio di Anzio, Nettuno ed Aprila dove avevano contatti con esponenti della criminalità organizzata che operavano sul territorio del nord pontino. Tra questi, Bruno Gallace, Vincenzo Italiano, Gregorio Spanò e Fabrizio Schinzari.

Ad un anno da quella sentenza, la Corte di Appello di Roma ha confermato le condanne che erano state richieste un anno fa dai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Roma per gli imputati che avevano optato per il rito abbreviato. Le indagini accertarono che ai vertici dell’organizzazione agivano due distinti gruppi criminali, distaccamenti delle ‘ndrine di Santa Cristina d’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria e di Guardavalle in provincia di Catanzaro. Gli investigatori avevano in particolare accertato l’esistenza di due associazioni finalizzate al traffico di stupefacenti – in particolare cocaina – che per rafforzare il proprio potere sfruttavano la capacità di importare ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America. I reati contestati agli imputati vanno a vario titolo dall’associazione di stampo mafioso, all’associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, spaccio, estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco, fittizia intestazione di beni e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato dal metodo mafioso. Per gli altri trentatré indagati finiti nell’inchiesta “Tritone” è in corso il processo con rito ordinario al Tribunale di Velletri.