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La Poseidon non rinnova i contratti a termine, è polemica

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Con una lettera inviata ai propri lavoratori la Poseidon, società in house del Comune di Nettuno, li ha informati che non saranno prorogati i contratti a termine che erano stati attivati sei mesi fa e che scadranno il prossimo 18 marzo. Gli interessati sono in totale 10 operatori, otto uomini e due donne. Nella missiva l’amministratore unico Giovanni Giaretti motiva la scelta con il fatto che “oggi la Poseidon è un’azienda con radici profonde, ma con un numero di dipendenti ecccessivo rispetto a una corrette gestione“, non chiudendo però a un’eventuale nuova chiamata in futuro: “Il mio impegno – scrive Giaretti – è che con i nuovi contratti di servizio, per rispondere alla mutata organizzazione aziendale, verranno ricercate, secondo i principi di trasparenza e pubblicità, figure professionali, ove l’esperienza maturata sarà premiata“.

Le assunzioni a termine erano arrivate al termine della scorsa estate e decise dall’allora amministratore della società Fabio Capolei. Da più parti erano arrivate critiche per questa operazione, con il dubbio che le vicine elezioni politiche avessero in qualche modo spinto alla decisione di procedere con questi contratti.

Di questo avviso anche gli ex consiglieri del Partito Democratico di Nettuno Roberto Alicandri e Marco Federici, che hanno affidato a una nota congiunta le proprie parole: “La responsabilità di questa presa in giro ai lavoratori, perché di questo si tratta – scrivono i due – proviene dalla precedene presidenza ‘politica’ di centrodestra che, in barba alla nota della Corte dei Conti e al fatto che a breve sarebbe cambiata la governance della Poseidon, ha voluto comunque assumere, pur sapendo che questi rapporti di lavoro avrebbero avuto il destino segnato fin dal primo momento. Probabilmente non si prefigura nessun tipo di reato di mala gestione – continuano i due ex consiglieri – eppure si delinea qualcosa che, a nostro avviso, può essere persino peggiore, la presa in giro ai danni di molte famiglie, che con quel contratto di lavoro speravano in un futuro diverso“.