Quando oggi si parla di videogaming mobile normalmente si intende un settore molto ben definito, quello dei videogiochi su smartphone: in effetti, nel corso dell’ultimo anno questo mercato è cresciuto del 15%, con una media giornaliera di ore passate con lo smartphone aumentato di quasi cinque ore grazie anche all’utilizzo del videogaming in settori come la didattica e il turismo. Anche dal punto di vista economico, parlare di videogioco mobile porta a intendere sempre il medesimo mercato, dove vengono generati gli introiti più consistenti attraverso microtransazioni. Parrebbe quindi inevitabile essere portati a pensare che il videogaming mobile sia un fenomeno relativamente giovane, radicatosi grazie all’enorme versatilità data dalla diffusione degli smartphone; non si potrebbe essere più lontani dalla realtà. Il concetto in questione, in effetti, è ben più risalente, e risponde a logiche che precedono non di poco i moderni smartphone.
Naturalmente la prima e più distintiva caratteristica, attorno alla quale è stata costruita fin dagli albori l’esperienza del gaming mobile, è la portabilità dei sistemi ludici. Questo comportava l’essere indipendenti da un’alimentazione fissa, a tutto vantaggio delle soluzioni a batteria: i primi esempi di questo tipo sono ben risalenti, e rimandano fino agli anni ’70. L’evoluzione della tecnologia dei microchip, infatti, ha permesso la nascita di alcuni semplici giochi scacciapensieri: è il caso di Tic Tac Toe del 1972, meglio noto come Tris e pensato per due giocatori, e di Mattel Auto Race del 1976, dove veniva simulata una semplice corsa automobilistica che sfruttava un display LED simile a quello delle calcolatrici elettroniche. Nel 1980, in Giappone, Nintendo mise invece in commercio un accessorio diventato un cult, tanto da essere stato oggetto di una recente campagna di rilancio: il Game&Watch. Si trattava di un orologio/sveglia digitale di ridotte dimensione, che comprendeva però anche un semplice gioco: ogni versione dell’orologio comprendeva un diverso gioco. Il successo del prodotto nipponico fu tale che Nintendo decise di investire proprio nell’idea del videogioco mobile, introducendo nel 1989 il Game Boy e avviando una vera e propria rivoluzione: una piattaforma portatile sulla quale, per la prima volta, potevano essere giocati più titoli cambiando la cartuccia. La logica dietro il successo del Game Boy fu tale che varie versioni si sono succedute ininterrottamente fino all’introduzione della Switch, attuale console portatile della casa giapponese.
In molti casi, e nella totalità di questi fino all’avvento del Game Boy, i videogiochi mobili erano riconducibili al concetto di passatempi, vale a dire semplici intrattenimenti ai quali dedicarsi nei momenti morti della giornata. Oggi etichettati come casual games, tali titoli sono accomunati da occasionalità e da un gameplay semplice e immediato, particolarmente intuitivo: una componente determinante nel successo del gaming mobile, ben presente ancora oggi. Uno dei tratti distintivi dei titoli mobili è infatti il diffuso utilizzo di componenti casual: dalle versioni digitali di classici passatempi da casinò, e per chiunque sappia come funzionano le slot machine è evidente che si rientri esattamente in schemi di questo tipo, fino a molteplici esempi di puzzle game, dove ogni quadro o livello può essere visto come una partita con un inizio e una fine. Ben prima dell’odierno concetto di videogioco mobile, quindi, l’idea di passatempo accessibile in ogni momento, specie come scacciapensieri durante un’attesa, era ben presente e puntualmente sfruttata.
Estrema portabilità ed elementi casual, quindi, rappresentano una chiave del successo del videogaming mobile fin dai suoi risalenti esordi. Ma l’esplosione di quest’ultimo, con numeri che hanno portato alla nascita di smartphone appositi, è un fenomeno più recente e da ricondurre a un aspetto diverso: l’evoluzione della telefonia cellulare. I precedenti esempi sono tutti accomunati dalla necessità di acquisto di uno strumento dedicato, semplice o complesso che fosse. I costi di acquisto di una console mobile, alti o meno che fossero, hanno spesso rappresentato una barriera: perché acquistare uno strumento utilizzabile solo e soltanto per gaming mobile? L’evoluzione della telefonia cellulare ha invece fornito il necessario elemento per aggiungere accessibilità al videogioco mobile, ossia rendere quest’ultimo fruibile a tantissimi destinatari. In effetti, da quando il telefono cellulare ha cominciato il suo ingresso nel quotidiano, si è passati a uno scenario odierno dove praticamente chiunque è in possesso di uno smartphone: inevitabile quindi che proprio per la telefonia mobile passasse la diffusione del videogaming mobile. Dai più semplici giochi casual implementati direttamente dai produttori, come le iconiche suite dei Nokia, fino alle moderne app, formato in grado di far approdare allo smartphone titoli del calibro di Call of Duty, il cellulare prima e lo smartphone oggi hanno fornito l’elemento di estrema accessibilità al videogaming mobile, permettendone una crescita che sembra non conoscere rallentamenti.