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Nettuno, minoranza critica: “Il Comune si attivi per aiutare i profughi ucraini“

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Otto consiglieri comunali di opposizione – Alicandri, Federici, Taurelli, Marchiafava, Carandente, Rizzo, Vaccari e Mazza – criticano duramente il Comune per la mancanza di ogni iniziativa di aiuto a favore dei profughi ucraini.
Lo stato catatonico che ha pervaso l’amministrazione comunale di Nettuno – scrivono in una nota – fa in modo che nemmeno le cose più elementari vengano fatte. In tutta Italia, com’è giusto che sia, gli enti locali si stanno facendo carico di coordinare gli aiuti per i profughi ucraini ammassati ai confini con l’unione europea, ma purtroppo da noi a Nettuno si stanno lasciando i cittadini a fare da soli. Chiediamo che al più presto si prenda contatto con le associazioni umanitarie che stanno gestendo le raccolte e che vengano istituiti presso i centri commerciali e i supermercati di Nettuno gli stessi punti raccolta che furono organizzati durante i lockdown. La città di Nettuno – proseguono i consiglieri – può e deve mettere a disposizione il personale della Poseidon per affiancare la protezione civile e la croce rossa per organizzare e gestire questa fase dell’emergenza e la sede del consiglio comunale come punto raccolta e preparazione alla spedizione. Noi, come abbiamo sempre fatto, siamo a totale disposizione ma l’amministrazione si dia una svegliata. Si resta abbarbicati al potere ma non lo si esercita e questo è un’ennesima follia. Non si è avuta nemmeno la sensibilità di partecipare con una delegazione alla marcia della pace di Roma, eppure si parla di azzeramenti di giunta o di altre amenità. Qui ci si deve rimboccare le maniche, si deve pubblicizzare l’elenco di cosa serve (cibo per bambini, medicinali, abiti pesanti) ed adoperarsi per fare in modo che arrivi al più presto ai confini dell’Ucraina, perché le colonne di donne e bambini che scappano dalla guerra non sono immagini di film, ma la triste vita reale. Se non si ha nemmeno la sensibilità di pensare a queste cose – conclude la nota – ci si faccia subito da parte perché vorrebbe dire di non essere all’altezza del compito nemmeno dal punto di vista dell’umana pietà”.