Dopo aver protocollato la mozione di sfiducia,
i dieci consiglieri comunali di minoranza Alicandri, Taurelli, Mancini, Sanetti, Vaccari, Marchiafava, Rizzo, Federici, Mazza, Carandente chiedono al presidente del consiglio comunale Giuseppe Barraco di convocare l’assise entro la prima data utile, ossia il 7 marzo prossimo.
“Si tratta di un passaggio politico obbligato – scrivono in una nota – tanto più dopo le notizie che confermerebbero l’intenzione del Sindaco Coppola e degli Assessori di conservare machiavellicamente il proprio ruolo a tutti i costi. È giunto il momento dell’assunzione di responsabilità: i consiglieri di maggioranza chiariscano davanti alla Città, nell’emiciclo dell’Aula, se intendono ancora sostenere questa Amministrazione e se ritengono ancora praticabile un percorso la cui legittimazione è fortemente messa in discussione da collegamenti inquietanti nella fase elettorale. Con questa mozione – continua la nota – diamo l’opportunità di dimostrare che le istituzioni al loro interno hanno gli anticorpi per reagire, anche a costo di auto-azzerarsi. È giunto il momento di riscattare il nome di Nettuno: non aspetteremo, come l’orchestra sul Titanic, che il Consiglio venga sciolto mentre noi facciamo ordinaria attività amministrativa come se niente fosse accaduto. È arrivato il tempo di alzare dighe nette anche rispetto a chi, pur non avendo coinvolgimenti personali nella vicenda, ritiene politicamente accettabili e superabili i collegamenti emersi. Lo ripetiamo a gran voce ai Consiglieri di maggioranza e al Sindaco: non si scelgano uscite secondarie, non si tenti di uscire di scena con dimissioni personali e silenziose, non è più ammissibile a questo punto. La politica abbia almeno il coraggio di affrontare la Città a viso aperto.
Chiediamo pubblicamente al Presidente Giuseppe Barraco di fissare la votazione della sfiducia il giorno 7 marzo, prima data utile per il Consiglio. Non accetteremo lungaggini tattiche dalla presidenza del consiglio comunale – concludono i consiglieri di opposizione – è finito il tempo di rimandare l’assunzione di responsabilità”.
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