Negli ultimi giorni la città di Anzio si è trovata nel mirino a causa dell’operazione svolta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che ha portato all’arresto di 65 persone e all’accertamento di collegamenti tra politici del territorio con esponenti della ‘ndrangheta.
Sono stati diversi i membri del comune anziate che hanno dichiarato la loro innocenza e totale distaccamento dagli accaduti recenti.
“In un articolo del Corriere della Sera di Roma, il mio nome è stato impropriamente accostato nel calderone dell’inchiesta tra esponenti della politica locale e Ndrangheta – ha dichiarato il consigliere Cinzia Galasso in una nota stampa – Sono allibita da un certo modo di fare giornalismo, allibita dalla facilità con cui si getti fango su persone oneste senza riflettere sulle implicazioni che la pubblicazione di un nome possa comportare.
Inutile dirvi quanto dolore mi abbia arrecato questo articolo: non conosco le persone coinvolte, non ho mai avuto contatti con loro, i miei voti sono stati frutto del mio lavoro di una vita e dell’appoggio della mia famiglia.
Sono pronta a difendere con le unghie e con i denti, e nelle sedi competenti, il mio buon nome contro chi cerca, senza alcun motivo, senza alcun fondamento (NON ESSENDO OVVIAMENTE INDAGATA), di infangarmi“.
“Questi sono giorni di lutto per chi ama la Città e soprattutto per chi, come noi, attraverso l’impegno civico, Politico e Amministrativo ci ha sempre messo la faccia – ha detto invece l’assessore alle politiche del territorio e arredo urbano Gianluca Mazzi – Dietro a ogni Amministratore Pubblico vi sono persone con famiglie, figli, attività lavorative e professionali ed è inaccettabile che chi dovrebbe fare informazione getti fango gratuitamente e senza alcun fondamento contro chi non risulta assolutamente e in nessun modo coinvolto in questa disdicevole situazione che ha travolto le nostre due Città. Alle ultime Elezioni Amministrative – ha continuato – sono risultato tra i più votati nella Città di Anzio, dopo 15 anni di politica attiva sul territorio, e questo è stato possibile solo grazie alla fiducia di tante persone che hanno creduto in me, nel nostro programma elettorale, nelle nostre idee e nelle azioni che negli anni ci hanno sempre contraddistinto per serietà e onestà.
Confidiamo, confido – ha concluso – nel lavoro della Magistratura e delle Forze dell’Ordine affinché facciano nel più breve tempo possibile chiarezza su quanto sta accadendo in queste ore”.
A parlare è stata anche l’assessore alle politiche della scuola Laura Nolfi: “Come dice Papa Francesco “la calunnia uccide, sempre, è un cancro diabolico, che nasce dalla volontà di distruggere la reputazione di una persona”.
Il passato di ognuno di noi dice chi siamo oggi e chi vogliamo essere domani.
Io sono Laura Nolfi, sempre dalla parte della Città, sempre dalla parte della Legalità“.
“Dopo una attenta lettura delle 1302 pagine dell’informativa del Gip, in merito all’inchiesta che ha portato a 65 arresti tra Anzio e Nettuno nei giorni scorsi, abbiamo appurato di non essere mai citati, né direttamente, né indirettamente, né vengono fatte allusioni sui nostri nomi. Non siamo indagati – hanno invece ribadito i consiglieri comunali Giusy Piccolo e Flavio Vasoli – Il nostro nominativo esce soltanto quando vengono indicate le preferenze, relative alle ultime elezioni comunali, in una zona precisa della città di Anzio. Tra l’altro, il numero di preferenze che abbiamo preso in quel quartiere (34 e 23 su tre sezioni), sono in continuità con il trend dei voti che abbiamo ottenuto in altre sezioni. Detto questo, non crediamo che essere stati votati in una parte del Comune in cui ci siamo candidati, possa essere motivo valido per screditarci. Dunque, ci teniamo a precisare e specificare di essere totalmente estranei ai fatti dell’indagine, non avendo rapporti con le persone citate nell’informativa. Per tutti questi motivi – hanno continuato – non comprendiamo come un quotidiano di grande storia e prestigio come il Corriere della Sera (edizione Roma), possa aver pubblicato un titolo dell’articolo su tale argomento, che onestamente oltre ad essere falso e fuorviante, è palesemente lontano dalla realtà. E, inoltre, lede immotivatamente la nostra immagine. In tutta sincerità, sarebbe stato sufficiente leggere le pagine dell’informativa, prima di scrivere, per rendersi conto che i sottoscritti non hanno a che fare con i fatti contestati. Lo ripetiamo: veniamo citati dal Gip solo come coloro che avrebbero preso “maggiori preferenze” in una certa area di Anzio. Per questa ragione, è veramente inquietante e doloroso doverci difendere da un titolo così suggestivo, che però poi è assolutamente distante dai fatti, e soprattutto da quello che scrive il Gip.
Noi siamo due giovani professionisti, onesti lavoratori, ognuno di noi due ha una propria famiglia e viviamo la politica come una passione sana, fatta di lealtà, serietà e impegno per il territorio. Perciò, siamo molto amareggiati, perché quello che esce fuori dall’inchiesta è un mondo che non ci appartiene, dal quale siamo profondamente distanti. I nostri valori, che hanno caratterizzato la nostra vita e la nostra condotta (non solo in politica), sono – appunto – l’onesta e la legalità.
Dunque – hanno concluso – proprio al fine di tutelare la nostra immagine personale, professionale e politica, adiremo tutte le Autorità competenti, civili e penali, per rispetto e per coerenza verso le nostre azioni, che –ribadiamo – non c’entrano nulla con lo spaccato che emerge dall’inchiesta”.