Le esigenze cautelari a carico degli indagati sono nell’operazione dei carabinieri che hanno eseguito 65 misure cautelari, sono “fondate” alla luce di una “complessiva valutazione del contesto associativo criminale radicatosi nel territorio con la presenza di un locale di ‘Ndrangheta di primissimo piano”.
Lo scrive il Gip diRomaLivioSabatini nell’ordinanza con cui ha disposto misure nei confronti di 65 persone – 39 in carcere e 26 ai domiciliari – nell’ambito di una indagine della Direzione distrettuale antimafia sull’esistenza di un gruppo criminale attivo nella zona del litorale romano. Il Gip parla dell’esistenza di due “associazioni finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti anche internazionale” con una “capacita’ di penetrazione nel tessuto economico e politico della zona di Anzio e Nettuno”, con “numerose evidenze comprovanti la disponibilità di canali con pubblici dipendenti infedeli per ottenere concrete, utili e specifiche notizie dei procedimenti coperti da segreto” nonché la “disponibilità di un impressionante numero di armi”. Per il giudice, a questo quadro va “aggiunta la persistenza sul territorio di un contesto di criminalità organizzata che agisce da decenni e dall’altro i solidi legami esistenti con taluni esponenti delle forze dell’ordine ed esponenti politici locali nonchè con altri clan delinquenziali”.
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