Non ha potuto avere un rallentamento nel decorso della malattia ed è stato privato di una sopravvivenza più lunga. Questo, in sintesi, la motivazione contenuta nella sentenza di condanna nei confronti dell’Azienda sanitaria Roma 6 (ex Roma H9 emessa dalla seconda sezione del tribunale di Velletri sul caso di Stefano Melotti, 26 anni all’epoca dei fatti, di Anzio deceduto nel 2003. A causa, hanno sentenziato i giudici, della negligenza dei medici in servizio al pronto soccorso di Anzio.
Affetto da una leucemia mieloide acuta della quale non era a conoscenza, il giovane si era recato in ospedale con fortissimi dolori all’addome ma fu trattato come un caso di colica renale e rimandato a casa. Un gravissimo errore medico che, cinque giorni dopo, gli è costato la vita dopo un tentativo di rianimazione alla casa di cura Città di Aprilia. Qui i medici hanno diagnosticato la leucemia che avrebbe potuto venir fuori dagli esami di laboratorio. L’azienda è stata condannata
La famiglia della vittima è assistita dall’avvocato Ezio Bonanni.