I carabinieri del Nipaf hanno sequestrato ieri la Kyklos, denunciati il presidente del cda e il responsabile tecnico dell’azienda

Dopo le proteste dei residenti per gli odori nauseabondi arriva la decisione del sequestro di Acea Ambiente, l’ex Kyklos sulla Nettuno-Le Ferriere. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del Nipaf per eseguire il sequestro disposto d’urgenza dal pubblico ministero Luigia Spinelli della Procura di Latina, in prima linea per la lotta agli eco-reati

Le indagini dell’Arma sono cominciate dopo le diverse segnalazioni ed esposti dei cittadini che lamentavano emissioni odorigene, di forte intensità, provenire dall’ impianto. Odori nauseabondi che provocavano disturbi di nausee, alla gola, agli occhi e che rendevano impossibile ai residenti della zona vivere normalmente; costretti a chiudere qualsiasi finestra per non sentire l’odore.

Le forze dell’ordine sono state quindi impegnati in attività investigative supportate anche dai riscontri effettuati dagli organi tecnici preposti alle attività di monitoraggio ambientale; da diversi sopralluoghi e dalle testimonianze raccolte dai militari del nucleo investigativo dei vari comitati spontanei, sia da cittadini residenti nella zona limitrofa all’azienda.

Infatti dopo la manifestazione avvenuta il 30 agosto, i cittadini avevano organizzato un presidio 24 ore su 24 fuori dall’impianto, situato al confine tra Aprilia e Nettuno.

Il comitato “No Miasmi” aveva protestato in questi mesi chiedendo più controlli. Una lotta continua quella dei comitati e dei residenti contro l’impianto, presso il quale si era già registrato un tragico incidente nel 2014; quando due operai morirono a causa delle esalazione di fumi tossici mentre versavano il percolato dall’autocisterna.

Il primo dicembre scorso i Carabinieri di Aprilia avevano già denunciato i due responsabili dell’ex Kyklos proprio per gli odori nauseabondi e per il ritiro di rifiuti non autorizzato.

Gli accertamenti eseguiti dal Nipaf hanno portato ieri a due denunce: sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria Giovanni Vivarelli, presidente del consiglio di amministrazione e Daniele Cecili di amministrazione e il responsabile tecnico dell’azienda per l’ipotesi di reato di cui all’art. 674 del Codice Penale (“Getto pericoloso di cose”).