Il Comitato “No Miasmi” continua la sua battaglia a difesa del territorio dall’inquinamento causato dall’impianto di compostaggio ex Kyklos
Reca la data di oggi l’esposto firmato da Romano Gallifuoco per conto del Comitato “No miasmi e difesa del territorio dall’inquinamento ambientale”, indirizzato ad Arpa Lazio, alla Procura della Repubblica, alla Asl di Latina e a quella di Roma e ai comuni di Aprilia e Nettuno.
Oggetto del documento sono, ancora una volta, le esalazioni odorigine provenienti dall’azienda ex Kyklos di via della Ferriere che continuano a rappresentare un enorme disagio per i cittadini che risiedono nei quartieri periferici di Nettuno e nelle zone intorno alle Ferriere.
“E’ oramai ufficialmente stabilito che le emissioni odorigene sono inquinamento come disposto dal TAR Veneto, Sez. III, n. 573, del 5 maggio 2014 – si legge nell’esposto depositato stamattina – Anche se non è rinvenibile un riferimento espresso alle emissioni odorigene, le stesse debbono ritenersi ricomprese nella definizione di «inquinamento atmosferico» e di «emissioni in atmosfera», poiché la molestia olfattiva intollerabile è al contempo sia un possibile fattore di «pericolo per la salute umana o per la qualità dell’ambiente», che di compromissione degli «altri usi legittimi dell’ambiente», ed in sede di rilascio dell’autorizzazione, dovendo essere verificato il rispetto delle condizioni volte a minimizzare l’inquinamento atmosferico (infatti per l’art. 296, comma 2, lett. a, del Dlgs. 152/2006, il progetto deve indicare le tecniche adottate per limitare le emissioni e la loro quantità e qualità), possono pertanto essere oggetto di valutazione anche i profili che arrecano molestie olfattive facendo riferimento alle migliori tecniche disponibili“.
La grave situazione odorigena è testimoniata da 330 cittadini che hanno sottoscritto altrettante schede indicanti l’origine e l’entità degli odori nauseabondi.
“I punti principali di emissione dei miasmi sono posti nei due settori di biofiltraggio come oramai testimoniato dagli stessi cittadini che ne hanno localizzato l’origine seguendo la direzione del vento e risalendo alle due fonti. All’Arpa Lazio, Direzione Tecnica e Divisione Atmosfera ed Impianti è demandato il controllo dell’efficienza dei biofiltri. Pertanto rivolgiamo le seguenti domande: sono stati fatti controlli aggiornati ed analitici dei biofiltri secondo la metodologia prescritta US EPA TO- 15 Arpa Lazio gascromatografia massa gc/ms (Piano Monitoraggio e Controllo Modello Arpa Lazio N° G08 7/7/ 2015)? Sono state redatte, su questo tema, relazioni ufficiali, debitamente firmate e controllate, corredate di dati analitici? Sono stati mai eseguite, per tutta l’area circostante l’impianto, analisi degli odori molesti? Il conferimento dell’ AIA ad Acea Ambiente da parte della Regione Lazio è avvenuto dopo la verifica dell’efficienza dei biofiltri?”.
E ancora il comitato chiede: “Arpa ha verificato l’efficienza dei biofiltri? Se è stato mai realizzato uno studio epidemiologico della zona ed uno studio della dispersione degli inquinanti odorigeni come fatto in altre Regioni? Se è stato mai fissato il limite d’emissione in termini di unità olfattometriche/metro cubo? Dal momento che di tale valore non vi è traccia nell’AIA? E se sono mai state fatto da parte Arpa verifiche sui biofiltri con i metodi ufficiali suesposti e con la metodologia UNI EN 13725/2004 Ricordiamo ancora una volta che nei correnti mesi caldi le emissioni raggiungono una dimensione non ulteriormente sostenibile arrecando gravissimo danno a carico di centinaia di persone, Aziende agricole di eccellenza, strutture alberghiere e turistiche, non potendosi fruire di spazi aperti, costretti a dover tenere porte e finestre serrate in molte ore del giorno e della notte“.