Il comune di Nettuno ha revocato l’ordinanza Sindacale del 14 agosto con la quale vietava ai residenti l’uso di acqua a scopo potabile – esclusa le zone di Santa Barbara e Cadolino – in seguito dall’incendio alla centrale Carano Giannottola che aveva mandato in blocco l’impianto di dearsenizzazione. La decisione del Comune di revocare il divieto segue il risultato delle analisi effettuate da ARPA Lazio e inviate anche alla ASL Roma 6 nelle quali emerge come la presenza del paramento arsenico non superi i 10 microgrammi per litro, che sono quelli stabiliti dalla direttiva 98/83/CE (Drinking Water Directive, DWD), recepita in Italia nel 2001 con la legge n. 31: “i risultati analitici dei campioni di acqua destinata al consumo umano nrg 12009-12010-12011, presso fontanelle pubbliche Comune di Nettuno – scrive Arpa Lazio -, sono risultati conformi ai valori di parametro stabiliti dal D. L.gs. 31/01 e ss.mm.ii sia per le analisi chimiche che batteriologiche”.
A questo si aggiunge la comunicazione inviata per e-mail dalla ASL Roma 6 al Comune di Nettuno con cui viene affermato che: “I campioni di acqua distribuita e destinata al consumo umano prelevati tempestivamente il 14/8 da questo SIAN Nettuno hanno dato esisti conformi sia per l’aspetto microbiologico che chimico alla normativa vigente”. Con la nuova ordinanza emessa dal comune sulla scorta dei dati dell’Arpa, si può quindi tornare a consumare l’acqua per uso potabile. “’Ufficio Ambiente – si legge in una nota del Comune – invita comunque ad opportune cautele alcune categorie di cittadini (lattanti, donne in stato interessante e soggetti con particolari patologie a rischio) poiché Acqualatina ha avviato i lavori di ripristino, ma non ha ancora risolto la compromissione di parte dell’impianto di Carano Giannottola che è causa del problema di questi giorni”.