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Anzio, biogas: il sindaco non firma l’ordinanza sul principio di precauzione

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L’aveva annunciata dopo il burrascoso consiglio comunale di martedì scorso. Nella riunione della conferenza dei servizi tenutesi giovedì negli uffici romani di Area metropolitana il sindaco di Anzio Luciano Bruschini aveva dichiarato che era pronto a firmarla. Invece niente. L’ordinanza relativa al principio di precauzione che avrebbe dovuto sospendere ogni intervento relativo alla realizzazione di impianti biogas e centri di stoccaggio e trattamento rifiuti ed eseguire un’indagine epidemiologica sulla zona della Sacida, è infatti rimasta chiusa nei cassetti del sindaco.
Esiste una bozza, ma non è ancora stata definita, né firmata. La promessa fatta ai cittadini non è stata mantenuta. Per ora. Più forti, evidentemente, sono le pressioni della politica che invece vuole questi impianti – l’assessore alle politiche ambientali Patrizio Placidi è il fautore dell’impianto della Spadellata – e degli imprenditori ad essa collegata che, su Anzio, stanno scommettendo sul business dei rifiuti. Un business che, ricordiamo, in prospettiva, se tutte le “operazioni” dovessero andare in porto, prevede il trattamento di 198.000 tonnellate l’anno di rifiuti che rischiano di trasformare Anzio nella pattumiera del Lazio. Sulla pelle dei cittadini.
E’ l’eredità che questa politica del business rischia di lasciare alla città. La scadenza della legislatura si avvicina e gli amministratori comunali che appoggiano questo business stanno tentando in tutti i modi di bloccare un’ordinanza che sarebbe invece rispettosa per i cittadini della Sacida, Padiglione, Lavinio Nord e per i comitati che si battono da tempi contro la realizzazione degli impianti biogas. Ma Luciano Bruschini, evidentemente, non è il loro sindaco.

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