Nella conferenza di stamane il Partito Democratico ha proposto l’avvocato Malinconico per seguire la pratica
Netta la posizione del Pd sul tema delle centrali biogas che potrebbero sorgere in zona Sacida ad Anzio. I democratici hanno ribadito la loro contrarietà, condannando al contempo la posizione dell’amministrazione che, dopo aver dato l’ok al primo impianto in Conferenza dei servizi, ha ora condiviso la mozione di contrarietà votata all’unanimità nell’ultimo consiglio comunale. Il timore è che il ricorso al tribunale amministrativo venga fatto senza la reale possibilità, o volontà politica, di vincerlo.
“Per questo chiediamo che il Comune affidi a un professionista di assoluto livello come l’avvocato Malinconico l’incarico di studiare innanzitutto se ci sono realmente appigli nell’iter che ha portato all’approvazione del primo progetto che possano configurare un illecito amministrativo e di conseguenza diano al Comune la possibilità di presentare ricorso al Tar e vincerlo – dice il segretario del Pd anziate Gianni De Micheli – anche perché il Comune è lo stesso che ha dato il benestare nella Conferenza dei servizi. Da parte nostra ci opporremo in tutte le maniere alla realizzazione di un impianto, che nel frattempo sono diventati due e ci sono voci addirittura di una terza centrale, assolutamente sovradimensionati rispetto alla produzione di rifiuti di Anzio e Nettuno“.
La centrale approvata, infatti, ha una capacità di trattamento di circa 40.000 tonnellate di rifiuti organici l’anno, contro i meno di 10.000 che Anzio produce. Il Pd ha anche detto che, nel caso il ricorso al Tar non vada in porto, sta già lavorando, anche in Regione Lazio, per bloccare la linea di trattamento dei rifiuti indifferenziati e ridurre la capacità dell’impianto approvato, proprio in virtù delle reali necessità della città.
“E poi ci dovrebbero spiegare nello specifico cosa ci guadagna la città – conclude De Micheli – non basta restare sul generico. Ricordo che Anzio paga 288 euro pro capite per la tariffa dei rifiuti, contro un costo standard nazionale che il Mef indica in 175 euro“.