È arrivata ai primi di dicembre una nota della Corte dei Conti che fa le pulci al bilancio del Comune di Anzio evidenziando, in particolare, il problema dei residui attivi molti, dei quali ormai inesigibili, e dei debiti fuori bilancio. Trentotto pagine di relazione che si concludono con la richiesta al comune da parte della magistratura contabile di adottare una serie di correttivi che andranno comunicati entro il 30 aprile del prossimo anno. Le conclusioni della Corte dei Conti impegnano anche i revisori dei Conti del comune.
La relazione ha spinto i capigruppo consiliari di opposizione del Pd, Movimento 5 Stelle e Alternativa per Anzio a diramare una nota molto critica sull’operato dell’amministrazione comunale.
“È arrivata la letterina di Natale dalla corte dei Conti – si legge nella nota firmata da Lina Giannino, Rita Pollastrini e Luca Brignone -. Porta con sé una serie di rilievi sull’amministrazione e gestione del nostro comune che non ci stupirebbe se non avessimo dovuto ascoltare finora il mantra del “siamo un comune sano il bilancio è tutto apposto”.
I rilievi della corte riguardano gli anni dal 2017 al 2019 toccando quindi l’era Bruschini fino ad arrivare all’era de Angelis perfettamente contigua alla precedente. I temi toccati – continua la nota – sono guarda caso proprio quelli su cui l’opposizione si è soffermata fin dal primo bilancio consuntivo approvato nel 2018, a partire dai residui attivi, molti dei quali ormai di fatto inesigibili, ed in particolare quelli generati dalla mancata riscossione della TARI, ma anche da altre tasse e servizi, tra cui i fitti per gli immobili comunali, diminuendo la capacità di investimento dell’ente e costringendolo a ripetute anticipazioni di cassa che generano interessi passivi.
La questione dei residui – proseguono i capigruppo di minoranza – non è l’unica sollevata dalla corte dei conti: ci sono i troppi contenziosi e liti giudiziarie che generano costi, le eccessive spese di rappresentanza, ma anche soprattutto la crescente mole dei debiti fuori bilancio, rispetto ai quali la corte dei conti fa riferimento ad una “violazione delle basilari regole di contabilità finanziarie” e ad una “inadeguata capacità di programmazione della spesa pubblica”.
E poi la Capo d’Anzio, oramai spina nel fianco dell’amministrazione, con la famigerata fidejussione di 517 mila euro pagata dal comune e mai restituita dalla società e il credito di 650 mila euro che il socio privato vanta per i costi di progettazione. E poi il numero dei componenti del CDA, i compensi, i bilanci non approvati, il fatturato medio triennale al di sotto della soglia stabilita dalla legge ai fini della ricognizione delle società partecipate. La nota – conclude il comunicato firmato da Pollastrini Rita, Brignone e Giannini – è stata inviata al protocollo dell’ente il sette dicembre e consegnata ai consiglieri comunali solo oggi, riducendo di gran lunga la nostra possibilità di approfondimento, ma sarà inevitabilmente oggetto di discussione nell’imminente consiglio comunale in cui si andrà a discutere il bilancio di previsione”.