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Sandalo di Levante, divieto del consumo umano dell’acqua proveniente dall’acquedotto pubblico. Ecco dove

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Sandalo di Levante

Potrebbe esserci un difetto o un’assenza nella congiunzione tra un pozzo privato e l’acquedotto pubblico alla base dell’ordinanza firmata ieri sera dal Commissario prefettizio Bruno Strati con la quale si limita in via cautelativa il consumo umano dell’acqua proveniente dall’acquedotto pubblico, della zona di Sandalo di Levante circoscritta tra le strade: via Nettunense; via Pantanelle e via Lenci. Con esclusione dello scarico dei servizi igienici.

L’atto è stato firmato con i poteri di autorità sanitaria dopo le note del dirigente dell’area Ambiente Benedetto Sajeva e dopo la nota di Acqualatina con cui il gestore del Servizio idrico integrato, ha comunicato la difformità dell’acqua distribuita nella zona di Sandalo di Levante, rispetto a quella distribuita da pubblico acquedotto. Già l’11 settembre, come si legge nell’ordinanza, il Comune aveva chiesto all’ente gestore di “avviare l’apertura di una accurata e risolutiva campagna di indagine volta alla individuazione di immissioni anomale o altre disfunzioni che potrebbero determinare inconvenienti per la salute umana” e al responsabile SIAN, “una verifica della qualità delle acque, dandone immediato riscontro al fine di individuare eventuali tratti acquedottistici da interdire al consumo umano”. Visti i risultati delle analisi del 12 settembre alla fontanina in Sandalo di Levante (angolo via Camogli/via Porto Venere ed in via Chiavari) inviate da Acqualatina, vista anche la nota del Dirigente area Ambiente e sanità del 13 con cui si chiede, in via cautelativa, l’emissione di un’ordinanza con divieto del consumo umano dell’acqua di alcune zone di Sandalo di Levante, il commissario ha dunque ordinato il divieto del consumo umano, con esclusione dello scarico dei servizi igienici, dell’acqua proveniente dall’acquedotto pubblico, della zona tra le strade: via Nettunense; via Pantanelle e via Lenci. Intimando contestualmente ad Acqualatina l’immediato ripristino della qualità dell’acqua erogata e presente nel pubblico acquedotto e di provvedere a trasmettere un piano operativo per impedire immissioni abusive.