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Al Forte Sangallo ricordata la figura di Giacomo Matteotti

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Dopo la scopertura della targa dedicata a Giacomo Matteotti sul muro del municipio di Nettuno, il programma che ha ricordato il sacrificio del parlamentare socialista rapito e assassinato il 10 giugno del 1924 da una squadra fascista, è proseguito al Forte Sangallo.

Nata da un’idea di Leonardo Leonardi, Beatrice Marcucci, Silvana Maltese e Roberto Alicandri, la serata si è sviluppata in quattro momenti: il ricordo di Matteotti è stato aperto dall’intervento del professor Gianluca Fiocco, professore di Storia contemporanea presso l’università di “Tor Vergata“, che ha ricostruito il periodo storico nel quale ha agito il parlamentare socialista: dal sostegno ai braccianti agricoli del Polesine, sua terra d’origine, e ai più deboli, fino all’impegno politico portato nel parlamento italiano dove ha ha combattuto contro i brogli elettorali delle elezioni del 1924, segnate da aggressioni ripetute da parte di squadracce fasciste. Posizioni intransigenti che portarono al tragico epilogo.

L’altro momento toccante della serata è stato proprio l’ultimo intervento in parlamento di Giacomo Matteotti interpretato sul palco del Forte Sangallo da Antonio de Bellis: un intervento nel quale il parlamentare socialista denunciava i brogli da parte dei fascisti; per questo era stato ripetutamente interrotto dai deputati della maggioranza.

Quindi la lettura da parte della studentessa Alice Costabile della poesia “Dimmi Tevere fatale“, composta dal IV liceo classico Chris Cappel College di Anzio e vincitrice dell’ottava ottava edizione del concorso “Matteotti nelle scuole“. Durante la serata anche l’arte del maestro Leonardo Leonardi che ha dipinto in tempo reale su un grande pannello la figura di Giacomo Matteotti. Un pannello che l’artista nettunese ha donato al Comune.

Presenti alla manifestazione anche il Prefetto Antonio Reppucci e l’altro commissario del Comune Gerardo Infantino. In platea anche Leda Cochi, storica presidente dell’Anpi di Anzio e Nettuno. Invitata a parlare, ha raccontato come il 10 giugno del 1944, sei giorni dopo la liberazione di Roma, venti anni dopo l’omicidio di Matteotti, insieme al padre, alla madre e ai fratelli si recò a Roma ad una manifestazione proprio per commemorare il sacrificio di Giacomo Matteotti. “Dopo anni di buio – ha raccontato – per la prima volta potevamo scendere in piazza liberamente senza il rischio di essere bastonati o arrestati dai fascisti per ricordare chi, come Matteotti, aveva sacrificato la propria vita per la libertà“. Leda Cochi aveva dieci anni.

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