Un conto è scrivere di 45.000 m³ su un’area di 7000 m², un conto è vederne una parte di questi realizzati. Un impatto devastante. Sotto il profilo urbanistico. È quello che si può “ammirare” – si fa per dire – lungo via Santa Barbara a Nettuno dove la società Co.in.ar. e la società immobiliare 3Heads hanno costruito un primo supermercato che ospita la Lidl. Giovedì ha aperto al pubblico. Niente contro il marchio, sia chiaro, ha anche creato posti di lavoro, ma è bene ricordare come la sua realizzazione sia figlia di una operazione immobiliare – chiamiamola così … – su un’area che fu donata alla fine degli anni ’40 per essere trasformata in luogo di culto e di istruzione. Tanto è vero che in seguito, su parte di quella stessa area, fu costruito il Liceo classico San Francesco. È giusto, oggi, ricordare questa storia ai più distratti e a coloro che sulla rete in questi giorni hanno ironizzato e scherzato sull’apertura del supermercato. Niente da ridere, niente faccine. Una storia che comincia nel 1947 con la donazione di quest’area da parte della famiglia Bazzichelli all’Ordine dei Frati francescani: dovrà essere un luogo di culto e di istruzione.
Tanto è vero che, assecondando la volontà dei donatori, in seguito, i Frati francescani costruiranno il liceo classico che oggi ospita una casa di riposo. Chiuso il liceo, nel 2002 i Frati vendono per 2,5 milioni di euro l’edificio e il campo di calcio all’imprenditore locale Lucio Aldo Salvati, all’epoca novantenne. La finalità benefica di quelle aree e dell’edificio sparisce dagli atti notarili. E comincia un’altra storia. Successivamente la nuova proprietà rivende il vecchio liceo per 6,2 milioni di euro al gruppo Unicredit e si tiene il terreno con la ghiotta cubatura. Obiettivo, costruire un centro commerciale. Per venti anni le richieste di costruire sbattono contro tutti i sindaci e i commissari prefettizi che si avvicendano alla guida della città: su quel lotto semi-intercluso non può reggere tutta quella cubatura. Passano gli anni. Fino al 2021, quando Nettuno è amministrata da una coalizione di centrodestra guidata da Alessandro Coppola che all’epoca ha anche la delega all’urbanistica. E proprio nel dicembre di quell’anno la CO.IN.AR (della famiglia Salvati) e la società immobiliare 3Heads di Latina sbloccano l’operazione riuscendo ad ottenere dal Comune l’agognato permesso a costruire un primo supermercato. Quello che ha aperto giovedì. Per ora. Perché in ballo c’è infatti un secondo discount incastrato tra quello realizzato e la casa di riposo. Quando si dice consumo del suolo.
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