Dall’amministrazione comunale 5 Stelle – in carica venti mesi – che secondo molti era l’espressione di uno Stato di polizia, ad amministrazione comunale di centrodestra che dopo tre anni è chiaramente l’espressione di una condizione di anarchia che sta portando Nettuno ad un totale degrado. Tutto in quasi tre anni.
Oggi la città è amministrata, si fa per dire, da un sindaco dimissionario che può contare sul sostegno di soli nove consiglieri. Che, dunque sono minoranza. Alessandro Coppola resiste, prova a ricomporre il quadro politico e spiega che lui ama Nettuno. Se l’amasse, dovrebbe rendersi conto che è ormai finita. E che ogni giorno che passa è dannoso. Non ha più la maggioranza, non ha un progetto, non ha assessori in grado di svolgere il loro compito. Che è quello di amministrare una realtà di 50 mila abitanti con un bilancio di cento milioni euro. Mica poco. E quel che è peggio è che i partiti e i movimenti che oggi sostengono Coppola, hanno magari due voti, ma non sono assolutamente in grado di esprimere profili importanti per la gestione della cosa pubblica. Servono competenze, non giochetti politici. Basti pensare che non si riesce ad attivare la procedura per impegnare gli 80 mila euro stanziati dalla Regine Lazio destinati a realizzare servizi e a mettere in sicurezza le spiagge libere. I soldi sono pochi, ha detto il vicesindaco Dell’Uomo. Bene, allora si integri la cifra attingendo dalla bilancio comunale. Niente è accaduto naturalmente, perché non c’è visione, non c’è programmazione, non c’è capacità. Però, ricordiamo, lo scorso anno 70 mila euro per l’inutile app che doveva servire al bagnante per accedere alle spiagge libere – che tra l’altro erano in convenzione – sono stati trovati e buttati visto che il servizio non è mai partito. E’ un esempio di mala gestione. Una marchetta? Non lo sappiamo. Certo, uno spreco.
Nelle ultime ore a scuotere le coscienze dei nettunesi è stato il taglio di quattro grandi platani lungo via Santa Barbara davanti alla scuola di polizia. Impedivano di realizzare l’unica entrata ed uscita al supermercato che si sta realizzando su un terreno incastrato tra le case. Un’operazione edilizia che lascia sconcertati perché si ripercuoterà negativamente sulla viabilità della già trafficata e caotica via Santa Barbara attraversata da tanti incroci e dove già si affacciano due supermercati, due scuole, uno studio
medico polispecialistico, gli uffici di Acqualatina, quelli dell’Agraria, l’istituto di polizia, numerosi esercizi commerciali. Tanto è vero che prima di rilasciare concessione edilizia la polizia locale aveva espresso un parere negativo proprio per la ripercussioni sulla viabilità; poi qualcosa è cambiato. E il progetto è passato. “Le carte sono in regola“. dicono. Le carte saranno anche in regola, quell’area sarà anche destinata a servizi, ma rispetto allo sviluppo urbanistico che ha registrato Nettuno negli ultimi trent’anni, forse una modifica al piano regolatore andava valutata. Tra l’altro si tratta di un’operazione che si sta completando nonostante quel terreno facesse parte di una donazione benefica. Altre ombre. Per tanti anni quel progetto è rimasto in ghiaccio proprio per i problemi di impatto urbanistico, ma con questa amministrazione comunale, come d’incanto, ha trovato rapidamente attuazione. Due mesi fa fummo i primi, visti alcuni movimenti su quel terreno, a paventarne l’ipotesi che si realizzasse un il supermercato, notizia subito confermata. Oggi sui social ci sono consiglieri comunali di minoranza che spiegano che non è stata mai convocata la commissione edilizia o quella urbanistica e che comunque hanno richiesto gli atti in Comune. I buoi sono già usciti, troppo tardi. Un modo per lavarsi la coscienza, considerata la scarsa attenzione che hanno avuto su un progetto che, a nostro avviso, doveva essere bloccato. Oggi è troppo tardi e il danno è fatto. Non ci vuole un urbanista per capire le ripercussioni negative che quella struttura avrà sulla zona di via Santa Barbara. Su questa situazione ci saremmo aspettati dal sindaco, che è un ingegnere, un’altra attenzione. Che non c’è stata. E questo è ancora più grave. Crediamo che Coppola abbia il dovere morale, se vuole veramente bene a Nettuno di rassegnare, ma veramente, le dimissioni. Non è più tempo e la città va salvata. Anche con l’arrivo di un Commissario.
Nettuno crisi al Comune: dallo Stato di polizia allo stato di anarchia
Accedi
Benvenuto! Accedi al tuo profilo
Hai dimenticato la tua password?
Privacy Policy
Password recovery
Recupera la tua password
Ti abbiamo inviato una password via email