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Aumento carburante e fermo biologico: il grido d’allarme dei pescatori di Anzio

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“Così non andiamo avanti”. È il grido di allarme dei pescatori di Anzio e della marineria laziale davanti all’aumento del carburante e dei giorni di fermo biologico decisi dall’Unione Europea.

L’aumento del prezzo del carburante e le nuove norme europee che impongono la “consegna”, e cioè lo stop alla pesca per diversi giorni oltre al “fermo biologico”, stanno infatti mettendo a serio rischio l’attività delle marinerie del Lazio. A lanciare l’allarme a nome di quella di Anzio è il comandante Angelo Grillo, sentiti anche i colleghi delle altre realtà della Regione. Una battaglia condivisa con il direttore di Federcopesca, Gilberto Ferrari.

“Il prezzo del gasolio è raddoppiato – spiega Grillo -, se prima spendevamo 800 euro per i 2000 litri necessari oggi serve esattamente il doppio; a questo si aggiunge la riduzione del periodo di pesca secondo le indicazioni della Ue”. Si parla di 48 giorni di “consegna” da unire al mese di fermo biologico, periodi che uniti ai fine settimana e a quelli di maltempo riducono drasticamente la possibilità di uscite in mare: “Non ci vuole molto a fare i calcoli, – spiega ancora – riusciremo a pescare per 180 giorni l’anno, mentre le spese del personale, i contributi, le tasse, dovremo pagarli per un anno intero. In queste condizioni è impossibile andare avanti, le spese non si coprono”.
La marineria laziale si sofferma sulla formula della “consegna” ovvero lo stop ulteriore. “Dicono che va diminuito lo sforzo di pesca – spiega in proposito Angelo Grillo – , ma non vedo ricerche attuali sulla riproduzione della fauna e soprattutto nessuno dice che la flotta nel Tirreno rispetto a dieci anni fa è passata da 1000 a circa 700 imbarcazioni, quindi la riduzione c’è comunque stata”.

Grillo segnala un ulteriore problema: “Se riducono i giorni di pesca così drasticamente abbiamo solo un modo per provare a salvare la situazione, quello di lavorare di più. Già oggi siamo in mare 14 ore, aumentare questa attività per poter coprire le spese significa mettere a rischio comandanti ed equipaggi”.