Dopo l’incendio che ha distrutto il deposto di plastica dello stabilimento Loas di Aprilia sprigionando una enorme numero di fumo inquinante, il monitoraggio dei microinquinanti sarà effettuati solo sul territorio del Comune pontino e non sui comuni confinanti. Questo nonostante negli ultimi giorni la nube abbia appestato molte zone dei territori di Anzio e Nettuno. Lo comunica l’agenzia regionale Arpa Lazio al consigliere comunale di Alternativa per Anzio Luca Brignone che aveva sollecitato nei giorni scorsi dei controlli sul territorio di Anzio e Nettuno per accertare la ricaduta di agenti inquinanti dovuta all’incendio che ha distrutto lo stabilimento.
Questa mattina – riferisce in una nota Luca Brignone – ho ricevuto risposta dall’ARPA Lazio in merito alla richiesta fatta il 12 agosto scorso. Purtroppo l’ARPA non ha effettuato e non effettuerà probabilmente i campionamenti e il monitoraggio al di fuori del comune di Aprilia. Gli unici dati a disposizione sono quelli relativi ai modelli di dispersione degli inquinanti, i quali, come riportato dall’autorità stessa, presentano in questo caso dei “limiti di significatività”. La mappa, sempre secondo l’ARPA, è stata realizzata al fine di “fornire elementi a supporto delle attività di approfondimento degli effetti dell’incendio da parte dei vari enti”.
Sono state effettuate queste attività di approfondimento? Hanno provato i sindaci di Anzio e Nettuno – continua Brignone – a richiedere un ulteriore monitoraggio alla stessa ARPA o alla ASL? Le operazioni di campionamento ed elaborazione dei dati purtroppo richiedono tempo e ad oggi è impossibile conoscere i precisi impatti di questo disastro ambientale. Bisogna aspettare certamente, ma nel frattempo, bisogna adottare tutte le misure precauzionali possibili. Come si stanno muovendo i sindaci in questo senso?
Dispiace constatare che in questo drammatico episodio sono emersi diversi limiti e criticità nella gestione dell’emergenza e soprattutto nella prevenzione. La probabile natura dolosa dell’incendio – conclude il consigliere Brignone – conferma la pervasività delle infiltrazioni del sistema criminale all’interno del ciclo dei rifiuti, rispetto al quale occorre aumentare radicalmente gli impegni e gli investimenti pubblici per le attività di controllo, prevenzione e gestione delle emergenze”.