Sono disperate le condizioni della Operatrice socio-sanitaria in servizio presso il Riuniti di Anzio che pochi giorni fa ha avuto una emorragia cerebrale durante il suo turno di lavoro. La donna, 62 anni, in passato aveva già avuto dei problemi di salute; eppure da qualche mese era rientrata al lavoro in attesa di poter andare in pensione. Durante il suo secondo turno di lavoro tra i reparti di Ortopedia e Chirurgia – la situazione al nosocomio anziate è sempre più grave dal punto di vista del personale e di reparti accorpati – la Os ha accusato un malore ed ha perso i sensi. Subito soccorsa dai colleghi, la donna è stata subito trasferita al San Camillo di Roma per una estesa emorragia cerebrale. Poco fa però, su richiesta dei familiari, la OSS è tornata in terapia intensiva presso l’ospedale di Anzio. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime, tanto che il compagno dell’operatrice – anche lui dipendente al “Riuniti” – dopo aver appreso la notizia, è stato colpito da infarto ed è stato trasferito in un ospedale romano dove si trova tuttora ricoverato. Insomma un dramma nel dramma, alla cui base ci sono sicuramente una tragica fatalità ma anche lo stress continuo cui gli operatori della struttura sanitaria locale sono sottoposti. Turni massacranti, carenza di personale, un aumento spropositato di persone che in questo periodo si è rivolta al Riuniti e il menefreghismo di chi dovrebbe risolvere un’emergenza che si trascina da troppo tempo. Una situazione assurda che ha colpito nel vivo i colleghi della sessantaduenne che viene descritta da tutti come una persona sempre sorridente e sempre disponibile. Proprio la sua troppa disponibilità e un dover continuamente tamponare, l’hanno fatta crollare. Sotto gli occhi, indifferenti, di chi non è in grado di garantire idonee e sicure condizioni di lavoro.