Si è tenuta questa mattina presso l’hotel Astura di Nettuno la presentazione del candidato sindaco Carlo Eufemi. Il candidato ha espresso il suo programma politico, spiegando che l’obiettivo principale sarà quello di risollevare la città di Nettuno, creando un’amministrazione coesa e compatta, in grado di dare il buon esempio ai cittadini come farebbe un buon padre di famiglia. Impegnato da sempre nella difesa dei valori della legalità e della trasparenza, dopo la tornata elettorale del 2013, Eufemi ha affermato che il suo desiderio di rientrare nel panorama politico nettunese è determinato dalla volontà di fare del bene per la città, partendo dalle piccole cose. Tanti i temi toccati durante la conferenza, dalla questione del parcheggio di piazzale Berlinguer fino ai problemi legati a spiagge e depuratori, passando per il teatro e i numeri civici.
“Il parcheggio di piazzale Berlinguer è la ferita più grande di questa città, il simbolo di una stupidità amministrativa”, ha dichiarato. “E’ lo snodo di ciò che significa governare male. L’area dovrà rientrare in possesso dell’amministrazione comunale e se sarà necessario forzare la mano lo faremo”.
Eufemi ha poi espresso davanti alla numerosa platea la volontà di partire dai problemi più vicini ai cittadini, come i pericoli sulle strade e l’inquinamento delle acque, che nella scorsa estate ha riguardato alcune zone del litorale nettunese.
“I problemi non si risolveranno in un minuto. Ci vorrà tempo e dedizione, ma qualora fossi scelto come sindaco mi impegnerò passo dopo passo a sistemare le questioni che riguardano da vicino ai cittadini. Bisognerà risistemare le strade, fare in modo che non siano pericolose e che non si allaghino alla prima pioggia, bisognerà fare in modo che le spiagge e le acque del territorio siano a norma e provvedere a risolvere i problemi delle scuole, sulle quali a Nettuno non si investe più”, ha proseguito.
Con queste parole, Eufemi ha dimostrato di avere a cuore prima di tutto la città di Nettuno, del quale è orgoglioso cittadino e che non accetta di vedere allo sbando.