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Il PD di Nettuno ribatte a Fratelli d’Italia: “grottesco, parlare di spartizione di poltrone”

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In seguito al documento di Fratelli d’Italia di Nettuno che accusa l’amministrazione comunale di essere impegnata nella spartizione di poltrone più che per la gestione della cosa pubblica, ribatte la neo segretaria del Partito democratico Enza Combi. “Sentire parlare Fratelli d’Italia di poltrone e di spartizione è quanto di più grottesco ci possa essere – scrive la segretaria -. Non accettiamo lezioni di governo da chi ha partecipato alla peggiore amministrazione del dopoguerra di Nettuno ed ha trascinato la nostra città nel fango e nella vergogna. Senza dimenticare poi quello che sta succedendo a livello nazionale dove fratelli d’Italia si sta spartendo ogni più piccolo strapuntino di Governo, sottogoverno ed affini, mantenendo al loro posto personaggi impresentabili, improponibili e senza nessun senso delle istituzioni. A Nettuno la nostra coalizione ha appena superato i primi 100 giorni di amministrazione e il Partito Democratico rivendica con orgoglio di essere la forza trainante del cambiamento promesso in campagna elettorale. Non esistono pedine o burattini – continua Combi – Pubblicità esiste semmai una classe dirigente, composta da tante donne ed uomini, giovani e preparati, che lavorano in silenzio e con abnegazione perché Nettuno torni a respirare ed ad avere un futuro. Ieri il sindaco Burrini e la sua giunta hanno fatto il punto di quanto si sta facendo e noi come PD rivendichiamo con forza sia gli obiettivi fissati, sia i primi risultati già raggiunti. I nostri assessori Federici, Giardiello, Imperato e Vaccari sono quotidianamente al lavoro ed a disposizione dei nostri concittadini, perciò lasciamo agli altri le chiacchiere e le dietrologie, perché abbiamo altre e più importanti cose da fare e non abbiamo certo tempo da perdere, per correre dietro a certe sciocchezze. Siamo alla guida della città con senso di responsabilità ed orgoglio – conclude la segretaria cittadina del Pd – e i conti si faranno al termine dei cinque anni di amministrazione. Nel frattempo, a chi vuole giocare non possiamo che dire: ad maiora”.