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Allarme sulle elezioni ad Anzio e Nettuno: torna la Commissione antimafia

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Torna la commissione antimafia ad Anzio e Nettuno dopo il servizio pubblicato sul quotidiano la Stampa nel quale veniva accertato come esponenti politici di Anzio finiti nelle carte dell’inchiesta Tritone ancora si diano da fare per la composizione delle liste elettorali. Ad annunciare l’arrivo della commissione il capogruppo del Pd nell’Antimafia senatore Walter Verini.
Quanto sta accadendo nel territorio di Anzio e Nettuno è gravissimo. Tornano a votare a metà novembre due comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, nei quali opera una criminalità organizzata diffusa e pericolosa e dove si sarebbe dovuto trovare il modo di non tornare al voto prorogando i commissariamenti, come il PD aveva chiesto.
Due comuni
– continua il senatore – dove esponenti politici e amministratori coinvolti nelle indagini e nelle misure cautelari si occupano in prima persona di liste e candidati. Davvero incredibile, intollerabile, inaccettabile. Per questo oggi in Ufficio di Presidenza della Commissione Antimafia abbiamo di nuovo lanciato un allarme. Abbiamo chiesto – e la proposta è stata accolta – che la Commissione torni ad Anzio e Nettuno nei prossimi giorni, faccia incontri e audizioni con tutte le forze che contrastano le mafie e la corruzione. Dia un segnale di presenza reale. Abbiamo chiesto inoltre di muoversi immediatamente presso il Tribunale competente per la valutazione delle liste dei candidati, che saranno presentate nelle prossime ore, per sapere nei tempi più rapidi possibili e rendere pubblici i nomi di quanti di loro si trovassero nelle condizioni di incompatibilità e incandidabilità perché indagati o imputati per gravi reati. Serve un grande impegno delle forze politiche, insieme alle reti dell’ antimafia sociale per affermare legalità, trasparenza, rispetto delle regole. La situazione di quei comuni, di realtà vicine come Aprilia, del litorale laziale non può né deve essere sottovalutata da nessuno. Come PD – conclude Walter Verini – lavoriamo per questo, e chiediamo che anche le altre forze politiche, specialmente quelle che hanno guidato i comuni sciolti, facciano altrettanto”.