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Rete idrica colabrodo e profitti sulla pelle dei cittadini

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Dopo l’emergenza idrica che si è verificata ieri ad Anzio, con numerose zone della città rimaste all’asciutto, senza acqua potabile, si registra un intervento critico di Rifondazione comunista di Anzio.

Chissà dove vanno a finire i soldi che i cittadini di Anzio e Nettuno spendono per per pagare le bollette di acqualatina? – si chiede PRC in una nota – Non certo nella manutenzione della Rete idrica, visti i guasti che periodicamente funestano le nostre città. L’ultimo quello di sabato 13 luglio che lascia Anzio senza acqua. Questo è l’esito della privatizzazione delle rete idrica voluto dai principali poli politici oltre 20 anni fa e che ha ridotto l’acqua a merce: Profitti per acqualatina e disagi per i cittadini. Contro la privatizzazione del servizio idrico – continua Rifondazione – ci siamo sempre opposti, insieme a tanti cittadini che nel 2011 votarono in massa per tornare all’ acqua pubblica,cosa che i vari governi che si sono succeduti fin’ora hanno ignorato. Intanto acqualatina continua a fare profitti, distribuendo dividendi agli azionisti e garantendo potere e ai politici suoi amici di centrodestra e di centrosinistra. Nel frattempo – si legge ancora – la rete è un colabrodo, cosa già grave di per sé, ma che diventa drammatica in tempi di impazzimento climatico e siccità. Serve tornare a dei criteri pubblici di gestione di un bene comune come l’acqua, secondo il dettato costituzionale. Non sia il profitto a guidare la gestione del servizio idrico integrato. L’acqua – concludere nota di Rifondazione comunista – non è una merce, l’acqua è un diritto che va garantito a tutti”.

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