Sta andando in onda su La7, proprio questo preciso istante, il documentario “Un’altra Italia era possibile – Il cinema di Giuseppe De Santis“, realizzato dal produttore cinematografico e regista residente a Lavinio Pierfrancesco Fiorenza e ancora adesso in concorso nella “Venezia Classici” nella sezione dedicata ai documentari dell’80esima edizione della “Mostra internazionale d’arte cinematografica” di Venezia, che si conclude questa sera con le premiazioni dei vincitori.
Il film, che ha ottenuto ben tre lunghi applausi in sala, si concentra sulla figura del celebre regista Giuseppe De Santis, uno tra gli esponenti di spicco del neorealismo cinematografico. I ricordi del regista, che sono stati raccolti da Steve Della Casa, passano attraverso le parole affettuose dei suo ex allievi, come i grandi registi Mario Martone e Paolo Virzì, del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dove “Peppe” insegnò per ben sei anni. Il suo intento era proprio quello di fare un cinema “del popolo per il popolo” – come viene spiegato durante il documentario – e importanti sono proprio le parole della moglie Gordana Miletic, conosciuta sul set de “La strada lunga un anno” ambientato nella ex Jugoslavia, che si dimostrano come uno stimolo a recuperare anche la seconda parte della sua filmografia, meno nota, che si è interrotta intorno agli anni Settanta. Un documentario, questo, girato tra l’altro negli scorci di Roma, Fondi, Sperlonga e Parigi, che intreccia la carriera cinematografica e il lato umano di De Santis, facendo scoprire al pubblico alcuni aspetti di un regista che si è sempre impegnato per l’emancipazione femminile, riuscendo a unirle anche con il tema del lavoro come nei film “Riso amaro” – il suo lungometraggio internazionale più noto – le aspiranti dattilografie di “Roma 11” e la violenza che, oggi, chiamiamo di genere in “Non c’è pace tra gli ulivi“.
“L’idea di realizzare questo documentario è nata per caso – ha dichiarato Pierfrancesco Fiorenza al nostro giornale – Stavo passeggiando a Fondi quando un mio amico mi fa notare che, proprio in quel momento, stavamo passando davanti alla casa di De Santis. Così ho deciso di dare una voce a una delle figure più importanti del cinema italiano“.
Il documentario, appunto, è stato realizzato dalla “Beetlefilm srl” di Fiorenza e di Andrea Lorusso Caputi, in associazione con la Surf Film di Massimo Vigliar, e con la collaborazione di La7, il Mic e l’associazione “Giuseppe De Santis“. La ripresa è stata dedicata a Luciano Sovena e Andrea Purgatori, che proprio con il regista ha debuttato al cinema con il suo ultimo film “Un apprezzato professionista di sicuro avvenire“. “Ma è dedicato anche a Giuliano Montaldo – ci tengono a precisare i realizzatori – che ha partecipato al documentario e che, proprio in questi giorni, è venuto a mancare“.
Dopo aver finito le riprese di “Resvrgis“, il film horror girato al bosco di Foglino lo scorso novembre, adesso Pierfrancesco è impegnato nella lavorazione di due documentari e di due film, uno drammatico e un altro horror.