“Andate, predicate e curate!” (Mt 10,7-8). È questo il versetto del Vangelo scelto per il suo motto episcopale da monsignor Vincenzo Viva, consacrato nuovo Vescovo della Diocesi di Albano Laziale, mercoledì 8 settembre, nella Messa celebrata in piazza Pia, ad Albano Laziale, dal Cardinale Marcello Semeraro. Monsignor Viva, che è il 163° Vescovo della diocesi suburbicaria di Albano.
“Cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace – ha esordito nella sua omelia il Cardinale Semeraro, citando la seconda lettera di San Paolo apostolo a Timoteo – insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro: è l’esortazione paolina, carissimo Vincenzo, che Francesco ha voluto riprendere per te nella Bolla di nomina, che ti ha inviato. È un elenco di virtù che l’Apostolo propone a chi riceve il mandato di guidare una comunità. Qui al primo posto c’è il senso della giustizia, che è la condizione cristiana nella quale ti ha posto la chiamata del Signore; c’è poi la forza della fede, che ti consentirà di rispondere all’iniziativa divina, sicché tu possa tradurla in opere sante e vivere nella pace, ossia nella Chiesa, alimentandone la comunione”.
Al termine della celebrazione, il vescovo nuovo di Albano ha tenuto a salutare e ringraziare tutti i presenti, tra i quali i genitori, il fratello e la sorella, e amici, molti dei quali giunti dalla Puglia sua terra d’origine. “Il mio primo e grato saluto – ha detto il Vescovo Viva – è rivolto ai fratelli e alle sorelle della Chiesa di Albano: eccomi, sono qui con voi e per voi e sono felice! Grazie per la vostra accoglienza, per i tanti messaggi e preghiere che ho ricevuto da voi in questi mesi. Sono stati importanti per me, perché ho percepito la vostra cordiale accoglienza: grazie! A tutti dico: iniziamo con gioia e con fiducia nel Signore il nostro cammino insieme!”.
“Andare – ha aggiunto Viva – vuol dire condividere oggi, nel nostro tempo, la missione di Gesù: ripetere i suoi gesti di redenzione, rispondere alla grazia del battesimo per evangelizzare ed essere ancora evangelizzati, uscendo da noi stessi. “Predicare il regno di Dio” ci richiama anzitutto all’ascolto serio del Vangelo con il suo messaggio di fraternità, di verità e libertà e quindi il testimoniare il Vangelo di Cristo con la nostra vita di figli del Padre e di fratelli tra noi. “Curare” significa prendere veramente a cuore ciò che incontriamo nel nostro cammino e che il Signore ci affida: anzitutto le persone e le relazioni, i compiti che abbiamo, le comunità e le istituzioni, pensando e agendo a partire dagli ultimi per vivere così una vita cristiana, cioè pienamente umana. Mi sembra che questa sia una questione cruciale per il nostro tempo, in tutti gli ambiti”.
Presenti alla cerimonia di consacrazione anche i sindaci di Nettuno ed Anzio Alessandro Coppola e Candido De Angelis.