comizi di chiusura

Durante i lavori dell’ultimo consiglio comunale il consigliere di opposizione di Nettuno Daniele Mancini ha attaccato scorrettamente questa testata giornalistica criticando la notizia riportata dal Granchio secondo la quale la maggioranza 5 Stelle, in carica tra il 2016 e la metà del 2018, non aveva vigilato sulla stesura del capitolato d’appalto per la raccolta dei rifiuti non inserendo la pulizia dei giardini – che era invece presente nel vecchio appalto – causando così la perdita di dieci posti di lavoro in sede di aggiudicazione della nuova gara. Durante il dibattito sull’argomento il consigliere Mancini si è difeso spiegando che il capitolato non l’aveva curato lui, ma una società esterna alla quale l’amministrazione 5 Stelle si era affidata. Peccato che Mancini in quel periodo storico fosse, oltreché vicesindaco di Nettuno, anche assessore alle Politiche Ambientali; e in quel ruolo avrebbe dovuto fornire un indirizzo politico-gestionale perché la società incaricata redigesse il migliore capitolato d’appalto possibile. Che non significava manipolare la gara, considerando che l’avrebbe aggiudicata Città Metropolitana, ma offrire servizi più completi per una città di 50 mila abitanti. E salvaguardare tutti i posti di lavoro. Questi sono i fatti. Però la colpa è del Granchio. Naturalmente.
Non bastasse Mancini, il giorno dopo è stata la volta del consigliere comunale di maggiorana di Forza Italia Fabrizio Tomei lamentarsi del fatto che i suoi comunicati o interventi non hanno la giusta visibilità, attaccando per questo un altro organo di informazione locale. Insomma, nelle ultime 24 ore una parte della politica locale è andata fuori di testa prendendosela con l’informazione locale. Tanto da spingere i consiglieri comunali di opposizione Roberto Alicandri, Antonio Taurelli,  Marco Federici e Waldemaro Marchiafava – che ringraziamo per la sensibilità – a diramare un comunicato di solidarietà verso la stampa presa di mira
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“In questi giorni – scrivono i quattro consiglieri comunali – la politica nettunese, anzi diciamo le cose come stanno, una parte della politica locale, residuale e con pochi argomenti, ma molto felice quando appare in foto sui giornali, ha scoperto un nuovo sport, ovvero quello di attaccare la stampa. E in poco tempo questo sport sta prendendo piede in modo trasversale. C’è chi in consiglio comunale attacca il direttore di un giornale (Il Granchio), in un luogo ove quest’ultimo non ha possibilità di difendersi e dire la sua, con l’assurda motivazione che un articolo avrebbe in qualche modo fatto intendere alcune responsabilità politiche. Chi il giorno dopo si lamenta con un’altra giornalista (Il Clandestino) perché gli interventi che fa non assurgono agli onori della carta stampata, non accorgendosi, purtroppo per lui, che le sue argomentazioni risultano talmente confuse e precarie che onestamente è difficile capirne il senso ed anzi, forse, il fatto che non vengano lette da nessuno sia in realtà una cosa a suo favore.  Insomma – continuano Alicandri, Taurelli,   Federici e Marchiafava –  purtroppo nella nostra città alcuni “pseudopolitici” vorrebbero imporre alla stampa di essere semplicemente un megafono dei propri comunicati auspicando che i giornalisti tralascino completamente il proprio senso critico o semplicemente che accantonino la propria prerogativa di scegliere e di valutare cosa è realmente interessante e cosa invece sia banale e insulso. A quanto pare si dimentica, anche se a nostro avviso in realtà qualcuno non ne sia proprio a conoscenza, che la Costituzione italiana nell’art. 21 tutela, come diritto fondamentale, la libertà di stampa, garantendo la sua indipendenza ed impedendone le censure. Chi fa politica, e lo fa con l’unico interesse della comunità e con senso dello Stato e delle Istituzioni – concludono i quattro consiglieri comunali di opposizione -, non deve e non può aver paura della stampa libera e soprattutto deve avere l’umiltà e l’onestà intellettuale di mettersi in discussione quando riceve una critica dai giornali o semplicemente non vi appare, perché come ci siamo trovati a dire spesso negli ultimi tempi nessuno può ritenere di avere il Verbo e la Verità in tasca.