Dopo lo sfogo di ieri del sindaco di Anzio Candido De Angelis che in relazione alle polemiche sulla rete sul numero dei contagi da coronavirus in città aveva accusato “sciacalli” e “ricattatori seriali”, interviene la capogruppo del Partito democratico Lina Giannino. “E’ evidente che il sindaco è alle corde – spiega la consigliera Pd – e se è ricattato si rivolga alle forze dell’ordine”.
“In un momento delicato come questo – scrive Giannino in una nota – non è facile governare né tantomeno farsi governare. Per questo, quando abbiamo appreso che qualcuno sta ricattando il sindaco subito ci siamo posti in modalità “allarme”. Chi ricatta il primo cittadino? Quali sono le richieste del ricatto e quali le condizioni a cui il primo cittadino dovrebbe piegarsi per non essere ricattato? Certo in ballo ci sono grandi manovre. Centrali che partono, concorsi da espletare, gare da affidare, posti di lavoro da garantire, promesse non ancora mantenute. Certo in un momento come questo la città ha paura di vedere il suo rappresentante in mano a chissà chi, oppure sapere che ci sono cittadini complottisti, o gruppi di politici restati “fuori” da accontentare”.
“Un sindaco ricattato – continua la capogruppo del Pd di Anzio – è un sindaco fragile, debole non più garante delle regolarità delle procedure da espletare specie quando appella i ricattatori come “seriali” dunque non sporadici. Noi speriamo vivamente che il dr. De Angelis si sia recato in polizia, al comando dei carabinieri o abbia scritto al Prefetto o all’Antimafia per denunciare questa incresciosa e pericolosa situazione. Oppure sia stato convocato dalle stesse forze dell’ordine a relazionare i fatti accaduti e i nomi che lui sicuramente conosce, essendo sulla scena politica da oltre 20 anni. Vogliamo – conclude Giannino – i nomi degli sciacalli, degli avvoltoi, vogliamo sapere cosa erano e in cambio di cosa. Si faccia chiarezza in nome di quella “trasparenza” tanto evocata da questa amministrazione”.