Sono a rischio trasferimento i reparti di Pediatria e di Ostetricia degli ospedali ‘Riuniti‘ di Anzio e Nettuno. Un film già visto, purtroppo, l’ennesimo servizio fondamentale per una popolazione che sfiora i 150 mila abitanti e che supera i 250 mila durante il periodo estivo. Una notizia terribile che al momento non è stata né confermata né smentita dall’Azienda sanitaria Roma 6 e che getta un’ulteriore ombra sulla sanità locale. Che continua a perdere pezzi nonostante da più parti si continui noa chiedere garanzie certe per il futuro del presidio ospedaliero. Alla base dell’ipotesi di chiusura e di trasferimento dei servizi a Velletri ci sarebbe in primis la carenza di pediatri e in seconda battuta – per quel che riguarda il reparto di Ostetricia – il calo nelle nascite avvenuto negli ultimi anni.
In mezzo ad un mare di rimostranze da parte delle due città e in attesa che l’azienda ufficializzi quali sono realmente le intenzioni e se ci sono speranze per mantenere i reparti aperti, stamattina il presidente del Consiglio regionale Daniele Leodori ha convocato i vertici della Asl. A Nettuno i consiglieri Marco Federici e Roberto Alicandri hanno firmato una nota con la quale avvisano i cittadini che stanno monitorando la situazione dalle prime ore di questa mattina, “con un nostro incaricato, in Regione dove si svolgeràun importante riunione con i vertici della ASL per discutere e cercare di risolvere questa grave problematica“.
Ad Anzio i consiglieri Roberta Cafà e Roberto Palomba hanno proposto la convocazione di un consiglio comunale straordinario congiunto con Nettuno “per portare fuori dagli uffici, all’attenzione della cittadinanza quello che sta succedendo ed una commissione Sanità in Regione“. E a proposito di note congiunte, poco fa anche i sindaci Candido De Angelis e Alessandro Coppola hanno diramato un comunicato con il quale si dicono convinti “che la chiusura del reparto di Pediatria non sia una via percorribile ed è un fatto a cui non assisteremo“. Solo venti giorni fa i primi cittadini di Anzio e Nettuno avevano partecipato ad un vertice proprio con il direttore generale della Roma 6 Narciso Mostarda ed avevano rassicurato la cittadinanza sul fatto che le strutture sanitarie locali – ‘Riuniti‘ compreso – non erano in pericolo. Anzi. Si era addirittura sottolineato che durante il confronto – con tanto di selfie – erano state richieste rassicurazioni all’azienda sanitaria locale riguardo al mantenimento sul territorio di uffici e servizi della Asl Roma 6 e un piano di potenziamento dell’Ospedale Riuniti. Si disse anche che dall’azienda erano arrivati segnali positivi.
Oggi il rischio trasferimento di Pediatria e Ostetricia. Che di positivo non ha proprio nulla.